«Non è tanto insegnare a toccare bene la palla, ma educare e dare esempi positivi che sono fondamentali perché se formi un atleta formi anche un uomo». Lo ha detto il vicepresidente di FI, Antonio Tajani, parlando al premio nazionale di calcio «MM7» che celebra Mario Mariozzi e che si è svolto ieri sera a Trevi nel Lazio (Frosinone).
«Lo sport non può essere soltanto business, non si può pensare solo a moltiplicare i soldi. I soldi – ha aggiunto – devono essere finalizzati bene. Noi abbiamo una grande partita da giocare, quella di dare all’Italia una strategia e una visione per i prossimi 30-40 anni creando lavoro e dando alle imprese la possibilità di crearlo.
I soldi del Recovery Fund dovranno servire per le riforme necessarie per lo sviluppo. E anche lo sport deve rientrare in questo obiettivo. Siamo in un momento di svolta – ha aggiunto -, se abbiamo il coraggio di cambiare queste cose allora possiamo vedere il futuro con meno preoccupazione».
Secondo Tajani, «a scuola bisognerebbe insegnare ai giovani cos’è lo sport. Educazione fisica non è la materia durante la quale bisogna fare i compiti e prepararsi per le ore successive. Poi c’è il nodo degli impianti sportivi, a Roma ci sono impianti dell’epoca di Mussolini. Bisogna spendere di più e soprattutto la scuola deve cambiare atteggiamento nei confronti dello sport». E sulla politica economica del governo ha concluso: «Se fossi ministro dell’industria – ha sottolineato – farei dieci telefonate al mese a Maurizio Stirpe».
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