Bruxelles, 9 lug – “La crisi dell’aviazione è purtroppo in parte precedente alla pandemia, che piuttosto l’ha accentuata e fatta precipitare, o agli errori di management commessi nel tempo. In Italia è emblematico il caso AirItaly, società oggi in liquidazione, che era in crisi da prima della diffusione del virus. È impossibile che il modello di business nel comparto dell’aviazione civile sia diventato così poco redditizio per numerosi soggetti, in un continente ricco e importante come l’Europa. Le attuali norme di concorrenza Ue hanno creato uno scenario in cui le compagnie aeree si trovano spesso a comprimere i diritti dei lavoratori o dei passeggeri per essere competitive: questo è inaccettabile e il sistema di regole va cambiato.
Avvalendosi di strumenti di diritto sociale, serve introdurre e investire su ammortizzatori affinché le competenze del personale di volo siano garantite: expertise date da brevetti e licenze che devono essere rinnovate, altrimenti queste professionalità rischiano di non rientrare nel mondo del lavoro, magari all’interno di soggetti nuovi che si affacciano sul mercato con prospettive di medio-lungo termine. Il problema è occupazionale e sociale: l’Ue deve agire senza pregiudizi ideologici, con l’obiettivo di preservare un patrimonio di professionalità che i lavoratori di tutta Europa hanno acquisito negli anni passati, indispensabile per essere competitivi nel futuro”.
Così Marco Campomenosi, Capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo, componente della Commissione Trasporti, intervenuto ieri durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.