Thalassa Azione Onlus APS insieme all’Associazione Prometeo Onlus e alle Associazioni del Comitato “Difendiamo il Microcitemico”, denuncia la grave situazione di carenza sangue e del personale sanitario dei Centri trasfusionali della Sardegna che ormai da troppe settimane si trovano a lavorare in costante affanno, influenzando negativamente lo stato di salute delle persone affette da Emoglobinopatie e di tutti i pazienti che necessitano di
terapie trasfusionali salvavita.
Come apprendiamo quotidianamente dai 14 diversi luoghi di cura ove afferiscono le persone con emoglobinopatie della nostra Regione e dalle Associazioni di pazienti che necessitano di terapie trasfusionali stiamo vivendo un grave periodo di sofferenza dovuta, ad un primo esame, alla carenza di sangue sia a livello regionale che nazionale; anche
regioni che hanno sempre sostenuto il fabbisogno di sangue richiesto dalla Sardegna si stanno trovando in difficoltà.
Thalassa Azione, congiuntamente alle Associazioni preposte alla sensibilizzazione delle donazioni di sangue e alla raccolta dello stesso, quali AVIS, FIDAS, FRATRES, da più di un anno ha attuato numerose iniziative per l’aumento e la fidelizzazione dei donatori (Campagna pubblicitaria cartellonistica in tutta la regione, organizzazione di nuove giornate
di raccolta con diverse categorie di cittadini, lavoratori, militari con protocolli d’intesa specifici).
Si è anche lavorato affinché venisse nominato il più celermente possibile, come da indicazione del Centro Nazionale Sangue, il nuovo Coordinatore Regionale dei Centri Trasfusionali, figura molto importante nell’ottimizzazione del sistema Sangue e
nell’organizzazione della compensazione delle sacche di sangue tra i diversi Centri Trasfusionali.
Il sangue è un farmaco salvavita che non si può produrre in laboratorio, i cittadini della nostra Regione hanno già dimostrato grande sensibilità e generosità dando il loro prezioso contributo con il loro periodico e gratuito gesto della donazione, grazie anche all’ instancabile dedizione e all’impegno di tante Associazioni, come AVIS, FRATRES, Volontari della Solidarietà che si spendono con volontari e volontarie e con tutti i mezzi e strumenti che hanno a disposizione per la raccolta.
I nostri continui inviti rivolti all’Assessorato alla Sanità perché si prenda carico di progettare ed attuare delle campagne di sensibilizzazione alla donazione, metta in essere strategia all’incentivazione alla donazione di sangue e organi sono rimasti vani.
Neanche l’eccezionale impegno e professionalità degli operatori sanitari che lavorano notte e giorno nei centri trasfusionali della nostra Isola purtroppo sono sufficienti. La sinergia di intenti e di azioni, purtroppo, non è riuscita ad affievolire la grave carenza di sangue che colpisce nelle ultime settimane tutta l’isola.
Inoltre, negli ultimi mesi, la situazione è drasticamente peggiorata a causa della grave carenza di organico che sta impedendo ai medici, agli infermieri e ai tecnici di laboratorio di dare una risposta adeguata alle necessità di una buona e accettabile “qualità di vita” di cui abbisognano i cittadini sardi per vedere rispettato il loro diritto alla salute
sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione.
In tutti i centri e in particolare a Cagliari, assistiamo quotidianamente rimandate terapie trasfusionali rimandate di giorni con ripercussioni negative sulla qualità dell’assistenza e della vita dei pazienti con Emoglobinopatia, oncoematologici in età pediatrica e adulta e tutti i cittadini che necessitano di interventi urgenti o trapianti d’organo.
Chiediamo che l’Assessore, i dirigenti dell’Assessorato, i dirigenti dell’ATS e dell’Azienda Brotzu, i dirigenti delle vecchie/nuove ASSL e tutti coloro che sono preposti a porre in atto delle azioni per risolvere questo grave problema che sta affliggendo migliaia di cittadini sardi, per interventi, e terapie trasfusionali rimandate, agiscano tempestivamente per risolvere la carenza d’organico dei Centri Trasfusionali e programmino adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione per la donazione del sangue.
Non intendiamo mendicare ciò che ci è dovuto per giustizia e tantomeno vivere situazioni ormai vecchie di oltre 50 anni. È ora che ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Senza azioni concrete a breve e a lungo termine ci rivolgeremo alle autorità preposte alla tutela della nostra salute affinché vaglino la situazione e ravvedano se vi siano reati a nostro danno.