Stagione di Prosa – Musica – Danza – Teatro Circo
Estate 2021
ASMED / Balletto di Sardegna
Zatò e Ychì
progetto regia e costumi Senio G.B. Dattena
coreografia e danza Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino / percussioni Marco Caredda
giovedì 26 agosto – ore 21 – Anfi/Teatro Comunale – San Gavino Monreale
venerdì 27 agosto – ore 21 – Cortile ex Caserme Mura – Macomer
Un leggendario samurai ispira le “danze guerriere” di “Zatò e Ychì” (produzione ASMED / Balletto di Sardegna) in scena DOMANI (giovedì 26 agosto) alle 21 all’Anfi/Teatro Comunale di San Gavino Monreale e venerdì 27 agosto alle 21 nel Cortile delle ex Casera di Macomer per un duplice appuntamento incastonato nel cartellone dell’Estate 2021 sotto le insegne della Stame Murgione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Sotto i riflettori Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino – anche autori delle coreografie dello spettacolo ideato e diretto da Senio Giovanni Barbaro Dattena – in una performance coinvolgente al ritmo delle percussioni di Marco Caredda: «per noi Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile – rivela il regista – e diventa Zatò & Ychì, che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti» con un finale rarefatto e nudo.
Il fascino di misteriose “danze guerriere” con “Zatò e Ychì” dell’ASMED / Balletto di Sardegna, uno spettacolo originale e emozionante, ideato e diretto da Senio Giovanni Barbaro Dattena e interpretato da Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino (anche autori delle coreografie) al ritmo incalzante delle percussioni di Marco Caredda – in cartellone DOMANI (giovedì 26 agosto) alle 21 all’Anfi/Teatro Comunale di San Gavino Monreale e venerdì 27 agosto alle 21 nel Cortile delle ex Caserme Mura di Macomer per un duplice appuntamento incastonato nella ricca programmazione dell’Estate 2021 nell’Isola sotto le insegne della Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Suggestioni letterarie e cinematografiche si intrecciano nella figura di Zatōichi – personaggio letterario creato dallo scrittore Kan Shimozawa (1892-1968), nome d’arte di Umetani Matsutaro, autore di “Shinsengumi Monogatari”: un eroe sui generis, un anma, un “massaggiatore cieco, appassionato di gioco d’azzardo, abilissimo nell’uso della spada e difensore dei più deboli, divenuto protagonista di una serie di films di successo negli Anni Sessanta e Settanta con Shintarō Katsu, oltre alla versione televisiva e altre produzioni minori, cui si aggiunge all’inizio del Terzo Millennio “Zatôichi” di Takeshi Kitano (Leone d’oro a Venezia per “Hana-Bi”) e ancora nel 2010 “Zatoichi: The Last” di Junji Sakamoto.
Un antico samurai, con un suo rigoroso codice d’onore, ma anche inclinazioni molto “terrene”, che pur privo della vista, riesce ad avere la meglio sui suoi avversari: un nobile guerriero sempre pronto a combattere contro le ingiustizie e a schierarsi dalla parte di chi non sa e non può difendersi, al centro di numerose avventure. Un leggendario eroe che dal grande e dal piccolo schermo approda sulla scena in un racconto metafisico che parte dal dualismo insito in ogni cosa, tra yin e yang, per tradurre l’equilibrio tra gli opposti e la complementarietà di luce e ombra in una sorta di danza rituale, una guerra dello spirito – o forse tra spirito e materia – senza esclusione di colpi.
«Zatoychi, Zatò per gli amici – o per i più acerrimi nemici che non vogliono perder tempo a pronunciare per intero il suo nome – è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese – ricorda il regista Senio Giovanni Barbaro Dattena –. «A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un bel film con contenuti ematici molto importanti, come pure quelli ironici. A lui ci siamo ispirati in questa nostra breve performance. Chi, conoscendolo, volesse individuarne nel nostro lavoro le tracce, le ritroverà nell’ironia che a tratti lo permea, oltreché in un oriente mitico che ci siamo divertiti a reinventare.
Per noi Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile, e diventa Zatò & Ychì, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni».
Un duello dal sapore rituale, una performance spettacolare e site specific, che si trasforma di volta in volta adattandosi allo spazio, pur conservando la struttura pensata con un drammatico crescendo, sottolineato dal clangore delle armature, corazze «trapunte di miriadi di campanelli», vere e proprie sculture sonore che lasciano il posto, nell’ultima scena, agli «Hakama, un indumento alle cui pieghe vengono fatti corrispondere i precetti del Bushidō – spiega Dattena – il codice di condotta morale del guerriero giapponese» per un finale «rarefatto e nudo».
I due combattenti – esseri enigmatici, proiezioni della mente del samurai o incarnazione dei suoi pensieri – si materializzano sulla scena, e si subito si sfidano a battaglia: una danza “feroce” e senza respiro, mentre un bidone di latta dal sapore vagamente “beckettiano” percosso vibra, restituendo il timbro stridente e metallico e il rombo sordo che caratterizza il gioco delle armi. «Chi siano costoro, e cosa rappresentino, non è dato sapere» – afferma Senio Giovanni Barbaro Dattena -. «Appartengono ad una civiltà umana dimenticata da milioni di anni? Sono i superstiti di un futuro postatomico? A riguardo della loro identità siamo liberi di immaginare altro e molto altro ancora. Con certezza, sappiamo soltanto del loro vivere un’incessante metamorfosi e un continuo liberarsi da strutture troppo rigide. Fino alla fine».
Su una scena vuota, vestiti di quei loro costumi – realizzati da Stefania Dessi con le allieve dell’Istituto per i Servizi Sociali S.Pertini (Cagliari) e del Liceo Artistico G.Brotzu (Quartu Sant’Elena) – “Zatò e Ychì”, i due guerrieri senza tempo, combattono sino allo sfinimento, si inseguono, “danzano” le loro storie senza parole, fin quasi a mettersi simbolicamente a nudo, rivelando la propria umana fragilità.
La tournée nell’Isola di “Zatò e Ychì” dell’ASMED / Balletto di Sardegna si inserisce nel cartellone della Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo dell’Estate 2021 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura e dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del Comune di San Gavino Monreale e del Comune di Macomer – e con il contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.