Sottrazione internazionale di minore: un calvario familiare di cui nessuno parla
La sottrazione internazionale di minore è un reato penale che segna indelebilmente il genitore che rimane “orfano” del suo stesso figlio. L’intervista ad Alessandro Mauceri, Coordinatore del Tavolo Tematico 6 della Consulta del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparsa
Minori scomparsi: una piaga insanabile?
I minori scomparsi in Italia nei primi sei mesi del 2021 sono stati 4.937. Nel 2020 erano 2617 e nel 2019 erano 3.745.
Molti dei minori che scompaiono vengono poi ritrovati, ma non tutti. Nel 2021 mancano all’appello 2.985 minori, contro i 925 del 2020 e i 1.057 del 2019. I dati del 25° Report confermano che il fenomeno degli scomparsi nei primi sei mesi del 2021 continua a registrare numeri rilevanti, in costante crescita rispetto agli anni passati, che rendono ancora più necessarie le misure di prevenzione che sono state adottate e l’affinamento delle tecniche di ricerca, che possono avvalersi di strumentazioni tecnologiche che non erano disponibili in passato.
Minori stranieri
Ragionando sulle cifre del report, risulta evidente come la percentuale più rilevante di minori scomparsi riguardi – anche per questo ultimo semestre – i minori stranieri non accompagnati. Come già evidenziato lo scorso 25 maggio con l’On. Elisa Pozza Tasca, portavoce nazionale “Penelope (S)comparsi”, per la Giornata internazionale dei bambini scomparsi, gli stranieri sono oltre il 70% dei minori scomparsi in Italia.
Nello specifico, dei 7.672 casi di scomparsa di minori denunciati nel 2020, 5.511 (oltre il 70%) erano di nazionalità straniera. Non va molto diversamente nei primi sei mesi del 2021. Secondo il XXV rapporto, infatti, dei 4.939 minori scomparsi, ben 3.434 sono stranieri. Vale a dire più del doppio rispetto ai 1.503 minorenni italiani.
Le percentuali salgono notevolmente se consideriamo i minori scomparsi e non ritrovati: sono ben 2.643 i minori stranieri “svaniti nel nulla” a fronte dei “soli” – si fa per dire – 336 italiani non ancora rintracciati. Gli stranieri sono quasi otto volte di più degli italiani.
Il convegno “irreperibili o scomparsi?”
Che fine facciano i minori stranieri, se siano scomparsi o irreperibili, e quali competenze attivare per ritrovarli sono i temi di un convegno che si svolgerà online il prossimo 17 settembre e che vedrà coinvolti sia l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Garlatti, sia il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Silvana Riccio, oltre a diverse associazioni che si occupano di minori.
Le motivazioni delle scomparse
Il XXV rapporto elenca anche le motivazioni delle scomparse. Al primo posto troviamo l’allontanamento volontario (1.344 casi nel 2021); seguono l’allontanamento da casa famiglia o comunità di accoglienza (49); problematiche psicologiche (19) e, last but not least, un fenomeno pernicioso quanto misconosciuto: la sottrazione di minore (16 casi). A queste cifre si aggiungono 2 possibili vittime di reato e ben 73 fughe di cui non se ne conoscono le motivazioni.
La sottrazione internazionale di minore
Si sente poco parlare di sottrazione internazionale di minore perché i casi annuali – rispetto alle migliaia di bambini che scompaiono ogni anno – raramente superano il centinaio.
Oltre ai 16 di questo primo semestre, le sottrazioni sono state infatti “solo” 72 nel 2020 e 119 nel 2019. Una goccia nel mare magnum delle migliaia persone che ogni anno scompaiono in Italia. Ma non per questo meno importante. Ritrovare un bambino portato via in un’altra Nazione da uno dei genitori senza il consenso dell’altro genitore può risultare estremamente difficile e complesso, anche quando il minore è stato trasferito in un Paese europeo. Fuori dalla Ue, le difficoltà diventano quasi insormontabili e non raramente il genitore italiano impiega anni – e decine di migliaia di euro – per scoprire dove si trova il figlio e riportarlo in Italia.
Il reato di sottrazione e trattenimento di minori all’estero (art. 574-bis del codice penale) “sussiste allorché uno dei genitori porti il proprio figlio al di fuori del territorio italiano senza il consenso dell’altro genitore e per un periodo di tempo tale da impedire a quest’ultimo di esercitare la potestà genitoriale”. Pur essendo relativamente rari, i casi di sottrazione internazionale di minore sono dunque estremamente delicati e complessi e richiedono una collaborazione tra diverse istituzioni internazionali.
L’intervista all’ingegnere C. Alessandro Mauceri
Approfondiamo l’argomento con l’ing. C. Alessandro Mauceri, Coordinatore del Tavolo Tematico 6 della Consulta del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, istituito grazie alla Legge 203 del 14 novembre 2012.
E’ inoltre impegnato nella Ong Kiwanis Distretto Italia San Marino dove svolge il ruolo di “Coordinatore Service e Chair Minori Stranieri Non Accompagnati e Minori Scomparsi” relativamente ai tutori volontari per minori non accompagnati.
Ingegner Mauceri, come avviene in pratica la sottrazione internazionale di minori?
“Uno dei due genitori, senza il consenso dell’altro, porta il figlio o i figli minori all’estero, facendo perdere le proprie tracce. Prima di partire assicura il coniuge (più spesso: l’ex coniuge) che andrà in patria per un breve periodo, magari per far conoscere ai nonni i figli. Ma poi, una volta arrivati a destinazione, genitore e figli diventano irreperibili. Ad occuparsi di questi minori non è esclusivamente l’ufficio del Commissario straordinario per le persone scomparse, perché questi bambini sono sì scomparsi, ma sono insieme all’altro genitore. E’ il genitore che ha portato via il minore senza chiedere il consenso all’altro genitore. A questo punto, dunque, si configura un reato penale: l’art. 574-bis”.
Chi si occupa dei minori sottratti?
“Essendoci di mezzo un reato penale, se ne devono occupare entrambe le Nazioni coinvolte nella vicenda: l’Italia e il Paese di arrivo, qualunque esso sia. Nella fattispecie, attraverso l’ambasciatore italiano nel territorio straniero. E’ una procedura estremamente complessa e farraginosa”.
Perché? Quali sono le maggiori difficoltà nel riportare un figlio a casa?
“Innanzitutto, è difficile rintracciare il genitore che si è allontanato con il minore; una volta rintracciato, è il tribunale locale – e non quello italiano – che si occupa della vicenda seguendo le direttive della convenzione dell’Aja in base alle quali un genitore non può far espatriare un figlio senza il consenso dell’altro genitore. Infine, non tutti i Paesi hanno sottoscritto gli accordi dell’Aja; ma anche tra quelli che li hanno sottoscritti, il risultato non è scontato. Insomma, riportare un figlio in Italia può rivelarsi un vero e proprio calvario, anche dal punto di vista economico”.
Esistono delle eccezioni o delle particolarità che la convenzione dell’Aja non tutela?
“Purtroppo sì. Per esempio, se la madre lascia l’Italia che non ha ancora partorito, quel bambino nascerà in territorio straniero e avrà solo la cittadinanza materna, ma non quella italiana. In questo caso, il padre italiano non sarà tutelato nel suo diritto di vedere il figlio e – cosa più importante – sarà impossibilitato ad esercitare la potestà genitoriale. Questo è un caso sui generis, ma in generale la sottrazione internazionale di minore non è mai una situazione facile da risolvere, con contenziosi che vanno avanti per mesi. E il finale non è mai scontato. Inoltre, i costi economici sono altissimi”.
Ci sono solo costi economici?
“No. I costi più alti sono quelli emotivi: nel non sapere (anche per anni) dove è e come sta il proprio bambino, con la paura di non rivederlo mai più. Sono casi relativamente rari, ma estremamente dolorosi che necessiterebbero di maggior divulgazione, sostegni economici ad hoc e specifica tutela legale. Ci sono mille difficoltà che di fatto rendono un calvario la vita del genitore che paradossalmente rimane ‘orfano’ proprio del suo stesso figlio. Per tali motivi, questi genitori non possono essere lasciati soli nel loro dramma familiare”.
Fonte: www.interris.it
Milena Castigli