In cartellone stasera, giovedì 26 agosto alle 21 all’Anfi/Teatro Comunale di San Gavino Monreale e domani, venerdì 27 agosto alle 21 nel Cortile delle ex Caserme Mura di Macomer per un duplice appuntamento incastonato nella ricca programmazione dell’Estate 2021 nell’Isola sotto le insegne della Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Suggestioni letterarie e cinematografiche si intrecciano nella figura di Zatōichi – personaggio letterario creato dallo scrittore Kan Shimozawa (1892-1968), nome d’arte di Umetani Matsutaro, autore di “Shinsengumi Monogatari”: un eroe sui generis, un anma, un “massaggiatore cieco, appassionato di gioco d’azzardo, abilissimo nell’uso della spada e difensore dei più deboli, divenuto protagonista di una serie di films di successo negli Anni Sessanta e Settanta con Shintarō Katsu, oltre alla versione televisiva e altre produzioni minori, cui si aggiunge all’inizio del Terzo Millennio “Zatôichi” di Takeshi Kitano (Leone d’oro a Venezia per “Hana-Bi”) e ancora nel 2010 “Zatoichi: The Last” di Junji Sakamoto.
Un antico samurai, con un suo rigoroso codice d’onore, ma anche inclinazioni molto “terrene”, che pur privo della vista, riesce ad avere la meglio sui suoi avversari: un nobile guerriero sempre pronto a combattere contro le ingiustizie e a schierarsi dalla parte di chi non sa e non può difendersi, al centro di numerose avventure. Un leggendario eroe che dal grande e dal piccolo schermo approda sulla scena in un racconto metafisico che parte dal dualismo insito in ogni cosa, tra yin e yang, per tradurre l’equilibrio tra gli opposti e la complementarietà di luce e ombra in una sorta di danza rituale, una guerra dello spirito – o forse tra spirito e materia – senza esclusione di colpi.
«Zatoychi, Zatò per gli amici – o per i più acerrimi nemici che non vogliono perder tempo a pronunciare per intero il suo nome – è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese – ricorda il regista Senio Giovanni Barbaro Dattena –. «A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un bel film con contenuti ematici molto importanti, come pure quelli ironici. A lui ci siamo ispirati in questa nostra breve performance. Chi, conoscendolo, volesse individuarne nel nostro lavoro le tracce, le ritroverà nell’ironia che a tratti lo permea, oltreché in un oriente mitico che ci siamo divertiti a reinventare.
Per noi Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile, e diventa Zatò & Ychì, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni».
Un duello dal sapore rituale, una performance spettacolare e site specific, che si trasforma di volta in volta adattandosi allo spazio, pur conservando la struttura pensata con un drammatico crescendo, sottolineato dal clangore delle armature, corazze «trapunte di miriadi di campanelli», vere e proprie sculture sonore che lasciano il posto, nell’ultima scena, agli «Hakama, un indumento alle cui pieghe vengono fatti corrispondere i precetti del Bushidō – spiega Dattena – il codice di condotta morale del guerriero giapponese» per un finale «rarefatto e nudo».
I due combattenti – esseri enigmatici, proiezioni della mente del samurai o incarnazione dei suoi pensieri – si materializzano sulla scena, e si subito si sfidano a battaglia: una danza “feroce” e senza respiro, mentre un bidone di latta dal sapore vagamente “beckettiano” percosso vibra, restituendo il timbro stridente e metallico e il rombo sordo che caratterizza il gioco delle armi. «Chi siano costoro, e cosa rappresentino, non è dato sapere» – afferma Senio Giovanni Barbaro Dattena -. «Appartengono ad una civiltà umana dimenticata da milioni di anni? Sono i superstiti di un futuro postatomico? A riguardo della loro identità siamo liberi di immaginare altro e molto altro ancora. Con certezza, sappiamo soltanto del loro vivere un’incessante metamorfosi e un continuo liberarsi da strutture troppo rigide. Fino alla fine».
Su una scena vuota, vestiti di quei loro costumi – realizzati da Stefania Dessi con le allieve dell’Istituto per i Servizi Sociali S.Pertini (Cagliari) e del Liceo Artistico G.Brotzu (Quartu Sant’Elena) – “Zatò e Ychì”, i due guerrieri senza tempo, combattono sino allo sfinimento, si inseguono, “danzano” le loro storie senza parole, fin quasi a mettersi simbolicamente a nudo, rivelando la propria umana fragilità.
La tournée nell’Isola di “Zatò e Ychì” dell’ASMED / Balletto di Sardegna si inserisce nel cartellone della Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo dell’Estate 2021 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura e dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del Comune di San Gavino Monreale e del Comune di Macomer – e con il contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.
INFO & PREZZI
SAN GAVINO MONREALE
Biglietti: posto unico 15,00 euro
per informazioni: 340.4041567 – www.cedacsardegna.it
MACOMER
Biglietti:posto unico 15,00 euro
per informazioni: 371.5961368 – www.cedacsardegna.it
I PROSSIMI APPUNTAMENTI NELL’ISOLA
Musica e nouveau cirque nel cartellone dell’Estate 2021 nell’Isola firmato CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna sotto le insegne della Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo, che prosegue fino alla prima settimana di settembre con gli ultimi appuntamenti nel Marghine e nel Campidano.
Spazio a “PapagHeno PapagHena – i pappagalli di Mozart” per riscoprire l’incanto de “Il flauto magico” con la Compagnia Trioche venerdì 3 settembre alle 21 nel Cortile delle ex Caserme Mura a Macomer (e poi domenica 5 agosto alle 18.30 a Villa Pollini a Cagliari dove inaugurerà Circo in Villa 2021). Sotto i riflettori Irene Geninatti Chiolero, Franca Pampaloni, Nicanor Cancellieri che reinterpretano le più famose arie del Singspiel tra virtuosismi canori, pop e clownerie con la regia di Rita Pelusio. Viaggio tra pagine d’opera con i due buffi pappagalli, comici e tragici, sgraziati e poetici, protagonisti del capolavoro del geniale compositore, per il divertimento di grandi e piccini.
Finale in musica sabato 4 settembre alle 21 all’Anfi/Teatro Comunale di San Gavino Monreale (in attesa della ripartenza con la Stagione 2021-2022) con la cantante de La Habana Irina Arozarena e l’ensemble Cuban Jazz & Blues formato da Paolo Iurich (pianoforte e arrangiamenti), Juan Carlos Albelo Zamora (violino, tromba, armonica cromatica e voce), Tiberio Ripa (basso e voce), Valter Paiola (congas, voce e trombone) e Yoandy Armenteros (timbales e voce) tra le sonorità e i ritmi della tradizione cubana, con un ricco repertorio che spazia dal Mambo alla Rumba, dal Bolero al Latin Jazz.