Sabato 18 alle ore 18 presso Casa Borrelli Biblioteca Comunale a Pau, organizzata da Amministrazione Comunale di Pau, Casa Borrelli Biblioteca Comunale, Boghes e Nur verrà inaugurata la mostra personale fotografica di Benito Urgu a cura di Ilaria Marongiu “Pedra Crobina. Riflessi e Pareidolie”. Dialogheranno con l’artista Ilaria Marongiu e Paolo Sirena. Per info 0783939222. L’evento si svolgerà nel rispetto della vigente normativa anticovid.
Benito Urgu (Oristano, 12 gennaio 1939) è un cantante, comico, cabarettista, personaggio televisivo, attore e paroliere. Fra le sue attività rientrano anche quelle di presentatore e di autore di musiche. Nato in Sardegna, dove riscontra sempre il favore del pubblico, ha lavorato e lavora tuttora con volti noti dello spettacolo. La sua attività nel mondo dello spettacolo non ha però impedito a Benito di appassionarsi e misurarsi in altri linguaggi dell’arte quale la fotografia. Qua espone particolari fotografie di ossidiane.
PEDRA CROBINA. RIFLESSI E PAREIDOLIE (Testo di Ilaria Marongiu) E così dall’incontro con la nera pietra nascono mondi sconosciuti… Benito osserva, legge e trasferisce nel mezzo fotografico le sue visioni. La sua ricerca evolve nel tempo, le prime fotografie scattate all’ossidiana esprimono un rapporto puramente formale che emerge dai toni del bianco e nero. Successivamente mantenendo lo sguardo sulla forma sente l’esigenza di evidenziare i segni attraverso l’uso del colore riflesso dalla pietra.
Il nero lucido nella sua capacità riflettente ci mostra il suo potenziale, il nero madre di tutti i colori contiene la forma della texture concoidale tipica dell’ossidiana, il passo successivo nella tecnica elaborata accompagna il tutto con la sperimentazione fotografica sulla riflessione del colore. Colori potenti, sgargianti, organici che richiamano la dimensione materica dell’universo e il gioco delle pareidolie. Benito non vuole dipingere, le sue opere fotografiche parlano da sé, semplicemente le coglie, esse raccontano storie provenienti dall’immensità dell’universo. E’ necessario SAPER VEDERE per incontrare la forma che sorprende, è indispensabile avere una coscienza desta, ricettiva e allenata che permanga nell’atto dell’osservazione come azione creativa. Una sorta di animismo che implica un rapporto continuo con l’”osservato”. Il lavoro è minuzioso, silente, dilatato nel tempo: si caratterizza in una forte carica spirituale che giustifica magicamente la narrazione successiva. Pareidolia dal greco èidolon/immagine, parà/vicino, dunque “vicino all’immagine” o somigliante. Questa capacità umana analizzata nell’ambito della percezione visiva affonda le sue radici nella memoria ancestrale e inconscia. Miliardi di fotogrammi immagazzinati nella nostra mente si sovrappongono con gli elementi osservati esternamente creando nuove VISIONI che possono essere condivise con altri fruitori. L’aspetto della riconoscibilità dell’immagine allusiva è ciò che fa la differenza tra i poeti visivi e gli osservatori ingenui. Essi posseggono una grande capacità nel cogliere e nell’interpretare quella miriade di immagini interiori che a loro volta concatenate sapientemente creano delle narrazioni. Benito in ciò è sommo poeta, coglie con sguardo focalizzato la visione e la condivide, lasciando all’osservatore delle sue opere la possibilità di creare per sé altri mondi.