Teatro Senza Quartiere
PER UN QUARTIERE SENZA TEATRO
(2017 – 2026)
Stagione 2021-2022
TsE di Is Mirrionis – via Quintino Sella – Cagliari
I PARTE – OTTOBRE>NOVEMBRE 2021
Focus sulla drammaturgia contemporanea con la Stagione 2021-2022 di “Teatro Senza Quartiere” organizzata dal Teatro del Segno al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari con la direzione artistica di Stefano Ledda: cinque titoli in cartellone dal 9 ottobre al 21 novembre tra un omaggio a Nino Rota, ritratti al femminile e storie in “nero”, cronache di guerra e il ricordo della Shoah.
Una programmazione interessante e variegata, fra prosa e musica, intriganti monologhi e diari dal fronte, con testi di importanti autori del Novecento, da Emilio Lussu, a Dino Buzzati e Primo Levi per arrivare fino a Massimo Carlotto per la prima tranche della Stagione Teatrale 2021-2022 – inserita nell’ambito del progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE / per un quartiere senza teatro” 2017-2026 promosso dal Teatro del Segno con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
“Teatro Senza Quartiere” nel cuore di Is Mirrionis per un progetto culturale che vede l’arte e in particolare la forza espressiva e comunicativa dei linguaggi della scena come fulcro della vita sociale, dove lo spazio “ritrovato” nel rione sorto nel secondo dopoguerra ai piedi del Colle di San Michele rappresenta un prezioso luogo di incontro per i residenti – oltre che un nuovo palco per la città.
Dopo la sospensione degli spettacoli e la chiusura dei teatri, un primo segnale di “ripartenza” pur tra mille difficoltà e imprevisti si è avuto la scorsa primavera con la Stagione 2020-2021 di “Teatro Senza Quartiere” al TsE.
Il Teatro del Segno non si è fermato, neppure nei mesi più bui del lockdown, almeno per la parte di progettazione e studio, sono riprese appena possibile le prove, in attesa di poter finalmente rincontrare il pubblico e la Stagione 2021-2022 di “Teatro Senza Quartiere” incomincia con rinnovato entusiasmo e passione, con l’auspicio di un prossimo ritorno alla normalità.
IL CARTELLONE
Ouverture sabato 9 ottobre alle 21 e domenica 10 ottobre alle 19.30 con “Spogliarello” di Dino Buzzati, nel nuovo allestimento del Teatro del Segno con regia, scene e costumi di Marco Nateri: sotto i riflettori Marta Proietti Orzella e Alessandra Leo in un curioso gioco di specchi per il racconto di una “discesa agli inferi”.
Velia, la protagonista, una donna giovane e avvenente, aspira al lusso e a una comoda “sistemazione”, ma la sua “carriera” di mantenuta di uomini ricchi e maturi finisce ben presto, ed ella si ritrova a cercare in qualche modo di sopravvivere.
Una femme fatale sfortunata, ma anche una vittima, con la sua ingenuità e perfino con la sua arroganza e stoltezza, dell’ipocrisia e del perbenismo della società.
Tra parole e note – domenica 24 ottobre alle 19.30 – con “100 per cento Nino Rota – L’amico magico di Fellini” di OfficinAcustica: un omaggio al celebre compositore, autore di tante colonne sonore per il cinema ma anche di pagine cameristiche e sinfoniche, opere liriche e musica sacra.
Un itinerario sul filo delle parole e delle note con il concerto-spettacolo nato in occasione dei cento anni dalla nascita dell’artista, nel 2011, scritto e interpretato dalla cantante e attrice Anna Lisa Mameli (voce) con Corrado Aragoni al pianoforte e un ensemble di archi, fiati e percussioni.
Un suggestivo itinerario tra le atmosfere di “Amarcord”, “8 ½”, “La dolce vita”, “La strada” e “Le notti di Cabiria” accanto a “Il Padrino”, il valzer de “Il Gattopardo” e il “Gian Burrasca” di Lina Wertmüller.
Riflettori puntati su Giovanni Carroni, protagonista – sabato 30 ottobre alle 21 – di “Bachisio Spanu. Epopea di un contadino sardo alla grande guerra” del Bocheteatro con drammaturgia e regia di Marco Parodi, liberamente tratto da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu con inserti da “Roccu u stortu” di Francesco Suriano (tradotti in Campidanese da Rossana Copez), per una lucida ricostruzione del conflitto in tutta la sua brutalità e ferocia.
Il pathos della tragedia rivive nella testimonianza del fante Bachisio Spanu, tra i dettagli della vita in trincea, l’eroismo dei soldati e l’inadeguatezza degli alti comandi: «tutti gli ufficiali della Brigata Sassari attendono con lucida consapevolezza che arrivi “il tempo dell’assurdo”» – scrive Parodi – «degli assalti furibondi e disperati… esacerbati dalla continua e immediata visione di una morte certa e infeconda».
Una storia in noir – sabato 13 novembre alle 21 – con “Volevo vedere il cielo” di Massimo Carlotto con Miana Merisi e la partecipazione di Michela Cidu per la regia di Maria Assunta Calvisi (produzione L’Effimero Meraviglioso): una donna (si) racconta, mette a nudo sogni infranti e amarezze di una vita trascorsa con il miraggio del facile successo dei format televisivi.
«Un’infelicità annegata nel vermouth», unico sollievo allo squallore delle periferie e alla quotidiana lotta per la sopravvivenza, tra spese al discount, un lavoro da colf, un marito spesso lontano e una figlia ribelle. Le aspirazioni della “ragazzina” non coincidono infatti con quelle della madre «che la vorrebbe velina o concorrente del Grande Fratello», da questa ennesima delusione, nascono incomprensioni e litigi, fino al drammatico finale.
Il sipario si chiude su “Il Sistema Periodico” dal libro di Primo Levi, con adattamento e regia di Stefano Ledda, anche protagonista sulla scena sulle note del sax di Juri Deidda per un doppio appuntamento – sabato 20 novembre alle 21 e domenica 21 novembre alle 19.30 – con lo spettacolo del Teatro del Segno che affronta, attraverso la similitudine con gli “elementi”, in un gioco di rimandi tra le leggi della fisica e i comportamenti umani, il tema della Shoah.
Un’antologia di racconti del chimico e scrittore, tra ricordi della giovinezza e memorie del lager, da cui emerge una costante sfida con «la materia, madre o nemica»- come scrive Stefano Ledda nella presentazione: l’autore si confronta con «il mestiere di vivere; ricco di sconfitte, di vittorie e di miserie, di avventure e di incontri», con la sua prosa luminosa e essenziale, in una serie di affascinanti apologhi «capaci di impegnare in pari misura la ragione e la fantasia».
Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi scorsi, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.