Nel primo fine settimana di ottobre, Sardegna Teatro al Teatro Massimo di Cagliari propone un doppio appuntamento: la produzione teatro Notte Bianca della regista Camilla Brison e lo spettacolo di danza contemporanea Sorakhe, della compagnia marocchina Hna-Ya, programmato insieme al festival Autunno Danza.
Sabato 1 ottobre alle ore 19 e domenica 2 ottobre alle ore 17 – dopo il debutto al festival internazionale Romaeuropa – va in scena Notte Bianca, dal testo di Tatjana Motta vincitore della 55esima edizione del Premio Riccione.
Per la regia di Camilla Brison – artista selezionata nel progetto internazionale Beyond the Sud, di cui Sardegna Teatro è partner – Notte Bianca è la storia di un incontro con una città e con l’ignoto. Una coppia composta da un uomo e una donna visita una città per una breve vacanza. I loro piani vengono stravolti dall’incontro con un ospite, il proprietario di un appartamento che hanno affittato online, uno sconosciuto che li conduce lungo un percorso che va dal centro ai margini della città. Viaggiare in terra straniera e smarrirsi in una città sconosciuta: in questa atmosfera spaesata e rarefatta si muovono i personaggi di Notte Bianca, che fanno incontri ai limiti del surreale.
Notte Bianca è una coproduzione di Sardegna Teatro, insieme al Premio Riccione e al Teatro di Bolzano che, dopo il Teatro Massimo di Cagliari, sarà al Teatro Eliseo di Nuoro (8/10) e al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino (6/10).
Sabato 1 ottobre alle ore 21 e domenica 2 ottobre alle ore 19, va in scena la compagnia Hna-Ya, guidata dal coreografo Said El Addaji, con lo spettacolo Sorakhe (che significa ululato).
Sorakhe porta in scena quattro danzatori – tra cui lo stesso El Addaji; si tratta di una coreografia che prende le mosse dalla situazione di un giovane disilluso che esprime un ululato quasi impossibile da formulare e cerca di collegarlo al corpo, come ultimo mezzo di espressione.
Sente il risveglio di questi individui da una repressione onnipresente in cui perdono forza. Il legame con il continente africano riporta queste situazioni nella vita quotidiana e pone alcuni interrogativi: perché, come, chi? In questo modo, lo spettacolo si confronta con la mancanza di libertà di espressione, di mobilità, di fronte a un sistema in cui le priorità sono decidere, gestire l’interno e le periferie di un paese che ignora deliberatamente il punto di vista dei giovani. Mette in discussione questo sistema che utilizza risorse naturali e umane e distorce la storia, il suo funzionamento, la sua economia.