Pino Cabras, deputato de L’Alternativa c’è e vicepresidente della commissione Esteri, è intervenuto questa mattina alla Camera sull’arresto in Sardegna del leader indipendentista catalano Carles Puigdemont, europarlamentare ed ex presidente della Generalità della Catalogna.
“Carles Puigdemont deve poter rappresentare i suoi cittadini da uomo libero”
“C’è una persecuzione giudiziaria nei confronti di personalità politiche interamente e convintamente democratiche. Il suo arresto in Sardegna è l’ennesimo segnale che stiamo vivendo un’epoca buia per la democrazia e le libertà fondamentali”.
“È un fatto molto preoccupante che l’Italia si presti a diventare braccio armato all’interno di una contesa che merita invece massimo rispetto per la spinta democratica – afferma il deputato. Chiedo che il Governo riferisca quanto prima su qualcosa che può determinare problemi molto seri di degenerazione. Puigdemont è un protagonista della democrazia europea. Si può non essere d’accordo con le sue attività, si può analizzare dal punto di vista della costituzione spagnola ma le condanne a nove anni e l’arresto di un eurodeputato si pone come una questione che interroga profondamente l’Italia”.
“A Puigdemont – chiarisce Cabras – viene contestato il reato di sedizione per aver organizzato il referendum per l’autodeterminazione della Catalogna, nonostante la stessa giustizia spagnola abbia dovuto riconoscere il carattere nonviolento dell’iniziativa, portata avanti con forme e mezzi pacifici e democratici. Per un ordinamento che sia davvero democratico – prosegue – la pronuncia di ampi settori del popolo catalano non può costituire in nessun modo un reato. Deve semmai rappresentare, anche se non la si dovesse condividere, un punto di appoggio per migliorare le strutture istituzionali e le norme costituzionali dello Stato spagnolo, che fin qui non ha lesinato numerose violazioni di principi fondamentali di diritto processuale penale”.
“Stiamo vivendo un’epoca buia per la democrazia – conclude il deputato. C’è una sottile linea rossa che collega un leader politico ed europarlamentare (Puigdemont) condannato per le sue idee politiche, un giornalista (Julian Assange) perseguitato e tenuto al gabbio per aver rivelato fatti veri ma sgraditi al potere e milioni di italiani costretti a esibire un lasciapassare sanitario per lavorare e godere delle libertà fondamentali”.