Il capogruppo dei pentastellati stamane in conferenza stampa ha presentato la sua proposta di legge (sottoscritta dai colleghi del m5s Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas) volta alla creazione dei Distretti Produttivi della Regione Sardegna, che possono abbracciare qualsiasi settore produttivo: Distretto dell’agroalimentare, del vino, della moda, delle tecnologie, ma anche della pesca, del trekking, della nautica, dell’artigianato, del wedding e dello spettacolo, per citarne solo alcuni.
“Nessuno deve essere lasciato indietro. Quante volte nei mesi scorsi abbiamo sentito pronunciare questo nobile proposito,ripetuto come un mantra durante il lockdown.”
Michele CIUsa (m5s)_
É proprio dalla necessità di tradurre questo pensiero in realtà che abbiamo iniziato a ragionare e a lavorare ad una proposta di legge capace di tutelare e allo stesso tempo valorizzare tutte le grandi e piccole imprese della Sardegna. In che modo? Attraverso la creazione dei cosiddetti “Distretti Produttivi Regionali”, ovvero di reti di imprese, grandi, piccole e piccolissime, riconosciute dalla Regione Sardegna. Una proposta di legge dal duplice obiettivo: garantire, da un lato, la tutela dei singoli operatori economici per quanto riguarda l’ottenimento di eventuali fondi pubblici, e dall’altro, offrire all’Ente Regione stesso la possibilità di ridisegnare il futuro economico del proprio territorio interfacciandosi con dei soggetti nuovi e capaci di rappresentare al meglio le istanze del comparto di riferimento“.
“La crisi economica generata dalla pandemia ci ha messo di fronte ad una nuova realtà, caratterizzata da un divario sociale crescente”, spiega il capogruppo del m5s Michele Ciusa. “Tanti, troppi liberi professionisti hanno avuto difficoltà ad accedere alle misure economiche di sostegno, talvolta semplicemente perché il Codice Ateco di riferimento della propria Partita Iva non era stato inserito tra quelli beneficiari. Pensiamo al comparto del wedding – entra nei dettagli il consigliere – uno tra i più colpiti, e composto non solo da ristoratori ma anche da fiorai, fotografi, musicisti, tipografi. Tutti professionisti che lavorano assieme alla realizzazione di un matrimonio e che, se avessero avuto la possibilità di far parte del Distretto produttivo del wedding, ad esempio, non avrebbero avuto problemi nell’ottenere i ristori spettanti per gli incassi mancati”.
“Una legge – spiega Ciusa – che punta a scardinare e rovesciare il concetto di Distretto produttivo a cui siamo abituati,ripensando lo stesso come generato da un moto aggregativo che parte dal basso: saranno infatti le singole imprese e i singoli professionisti a decidere di costituire un Distretto e a presentarsi alla Regione per essere riconosciuti come macro contenitori di imprese e portatori di interessi ed esigenze specifiche. La Regione, da parte sua, previa visione dei progetti, provvederà a soddisfare le richieste dei Distretti traendone essa stessa grande vantaggio”.
“Con la costituzione in Distretto – sottolinea – le imprese non perderanno la propria identità ma acquisteranno valore aggiunto, poiché il confronto tra competitors consentirà a tutti di lavorare di più e meglio, ma anche di destagionalizzare il flusso turistico e di creare strutture ricettive che ancora mancano. Questa legge – conclude Ciusa – è nata dal confronto con le associazioni del comparto del wedding che abbiamo ricevuto in Capigruppo. Pertanto, spero che l’impegno preso da tutte le forze politiche in quella sede sia rispettato facendo sì che questa proposta di legge venga discussa al più presto in Commissione e in Consiglio”.