Quindici anni fa veniva ucciso a Pescopagano, una frazione del comune di Mondragone (CE), Michele Landa, metronotte onesto e scrupoloso; il suo corpo venne ritrovato bruciato qualche giorno dopo in una campagna insieme alla sua auto.
Aveva 62 anni e a breve sarebbe andato in pensione. Quella notte tra il 5 e il 6 settembre Michele stava sorvegliando il ripetitore della Vodafone, quando alcuni camorristi lo assassinarono barbaramente. Il business delle organizzazioni criminali era in quel periodo legato anche alla commercializzazione dei pezzi di tali apparecchiature.
Sul delitto le indagini non portarono a nulla di fatto. Ci fu l’archiviazione e nessun processo fu istruito. Una vittima innocente che era completamente estranea alle dinamiche malavitose e che semplicemente aveva opposto la sua onestà alla prevaricazione e all’illegalità cadde per l’ennesima volta.
Nonostante ormai del suo alto spirito di servizio pochi si ricordino, perché il tempo copre azioni nobili e misfatti, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si propone di ricordarne l’esempio e la dignità. Qualche giorno fa abbiamo rammentato l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; ebbene, entrambi, con ruoli differenti, erano al servizio di una causa giusta.
Entrambi, come tutti i martiri della legalità, meritano gratitudine, rispetto e maggiore attenzione da parte dei media, delle autorità e della scuola.
L’alta moralità di un uomo come Michele Landa è presente nelle parole che commuovono e inducono alla riflessione dei figli Angela e Antonio:
“Essere indifferenti non ci protegge dal mondo mafioso. Purtroppo loro esistono ed è per questo che è importante fare memoria. Conoscere le storie delle vittime innocenti è un modo per imparare a tutelarsi dai loro soprusi.” (Angela Landa)
“Il desiderio che alla propria famiglia non manchi nulla non deve portare i giovani ad inseguire facili guadagni. Il lavoro onesto è la via affinché non gli manchino le cose più importanti: i valori e l’amore di una famiglia serena.” (Antonio Landa)
Il CNDDU auspicherebbe un segno tangibile da parte dello Stato di apprezzamento dei valori espressi dall’operato di Landa magari intitolando una scuola nell’area geografica in cui apparteneva.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU