La sua è una storia da bomber dimenticato. Non in Francia, dove è considerato una leggenda e conserva gelosamente il record di capocannoniere all-time della Ligue 1, ma in Italia, la sua Patria, e in Argentina, il Paese dove è cresciuto e ha iniziato a giocare a calcio.
Delio Onnis è nato il 24 marzo 1948 in provincia di Frosinone.
Le sue origini sarde sono indiscutibili. Il padre era originario di Nurallao, un piccolo centro a poca distanza da Cagliari. Per questioni lavorative i genitori maturano la decisione presa da tanti altri italiani nel Dopoguerra, ovvero emigrare in Argentina. “Quando uscivo parlavo spagnolo. Lo capisco bene, ma non ho assimilato il sardo. Quella è una lingua complicata (ride, ndr). Comunque l’Italia è il mio paese, ho sempre avuto solo il passaporto italiano. Naturalmente anche l’Argentina è il mio paese essendoci cresciuto. E anche la Francia, dove ho trascorso molti anni”.
Delio cresce a Buenos Aires e comincia la sua carriera calcistica a 15 anni nel Club Almagro, una delle tante squadre della capitale argentina, dove si germoglia a pane e pallone. Il calcio diviene presto la sua unica ragione di vita. Si forgia sotto il profilo del carattere e segnare goal diventa il suo obiettivo vitale.
Fisico potente, grazie alla sua altezza, riesce a concretizzare il suo fiuto del gol. Nella società che l’ha visto esordire ha debuttato nel campionato di serie B a 16 anni e ha segnato diverse reti, rimanendoci sino ai vent’anni per poi esser ingaggiato dalla più celebre Gimnasia La Plata in seria A dove si fa apprezzare e ci rimane per tre anni. Qui acquisisce i soprannomi di ‘Señor Goal”‘ e di ‘El Tano’, ovvero ‘L’italiano’, e s’afferma come bomber di razza: in 2 anni e mezzo realizza 64 reti in 113 partite in tutte le competizioni, ad una media di 0,56 goal a partita.
Il suo nome comincia a circolare in Europa. Ed è soprattutto la Francia a mettere gli occhi sul giovane Delio. “Il calcio francese ai tempi in cui ero arrivato, non era al livello di quello italiano e argentino, – dice Onnis – rispetto ai quali era sicuramente indietro. Negli anni il movimento è cresciuto molto e i risultati in breve tempo si sono visti”.
Ad acquistarlo sarà lo Stade Reims. La squadra è neopromossa in Ligue 1 dopo aver percorso anni difficili e Onnis la trascina a suon di goal (22 il primo anno e 17 il secondo) ad una doppia salvezza.
Nel 1973, su di lui punta il Monaco, desideroso di ritagliarsi un ruolo rilevante nel calcio francese dopo anni di sofferenza. La squadra in verità annaspa, ma Onnis la tiene a galla. Nel Principato l’italo-argentino segna a raffica, dando vita ad un duello a suon di goal con l’altro italo-argentino, Carlos Bianchi, per il titolo di capocannoniere. “Io e Carlos Bianchi eravamo i migliori realizzatori. Per dieci anni era una questione solo fra noi due. Persino Platini in un libro ha riconosciuto che finché c’eravamo noi non poteva vincere la classifica marcatori”.
In 7 stagioni con la maglia biancorossa Delio Onnis segna la bellezza di 157 goal in Ligue 1, 30 in Ligue 2 e 38 fra Coppe Nazionali e Coppe europee. In totale 225 goal nel Monaco. Nonostante la retrocessione della squadra nel 1976, si aggiudica per 2 volte il titolo di capocannoniere del massimo campionato transalpino. Accade nel 1974/75 e nel 1979/80. Suo anche il titolo di capocannoniere di Ligue 2 nel 1976/77.
Nel 1975 conquista anche la Scarpa d’Argento come 2° miglior bomber d’Europa dietro al rumeno Georgescu. Con i goal arrivano anche i titoli: il centravanti di origini sarde vince infatti la Ligue 1 nel 1977/78, la Coppa delle Alpi nel 1979 e la Coppa di Francia nel 1980.
E dopo la Coppa, per Delio Onnis gli anni trascorrono ma non i successi. Si trasferisce al Tours a 32 anni e vince per due anni consecutivi (nel 1981 e nel 1982) la classifica cannonieri.
Onnis concluse la carriera nel Tolone nel 1986, all’età di 38 anni, dopo aver vinto nel 1984 il suo quinto titolo di capocannoniere. Onnis a 36 anni strapazza nuovamente tutti i rivali nella classifica dei bomber della Ligue 1 e si aggiudica con 21 centri il suo 5° e ultimo titolo. Durante l’anno taglia anche il traguardo dei 300 goal in campionato (tenendo conto anche dei 30 in Ligue 2) in Francia. Avviene il 5 novembre 1983 con un calcio di rigore che regala all’ultimo minuto la vittoria al Tolone nella sfida con il Sochaux.
Da quel giorno Delio Onnis è per tutti i francesi ‘Monsieur 300 buts’, poco importa se 30 erano stati segnati in Ligue 2. Chiude con la cifra mostruosa di 461 goal in 709 gare, alla media di 0,65 reti a partita. E con un grande paradosso: non aver mai giocato in Nazionale.
Pur essendosi dimostrato uno dei goleador più prolifici della sua generazione, non venne mai preso in considerazione dalle nazionali dell’Argentina e dell’Italia. “Ricordo una volta, giocammo a Bastia – racconta Delio -, in Corsica. E venne a vedermi Helenio Herrera, allenatore dell’Inter. Ironia del destino per problemi all’impianto elettrico dello stadio la partita fu sospesa. Non l’ho più visto”.
L’Italia in quegli anni aveva regole ferree sul tesseramento dei calciatori (che verranno abolite solo nel 1980), che imponevano ai commissari tecnici delle nazionali di convocare i soli calciatori militanti nel campionato italiano, e al contempo proibivano ai club di acquistare calciatori provenienti da federazioni estere; per tale motivo negli anni 1970 fallirono i tentativi, da parte del Cagliari del Presidente Andrea Arriva prima e del Napoli di Ferlaino poi, su insistenza di Bruno Pesaola che lo aveva fortemente segnalato, di portare Delio Onnis in serie A.
“Mi sarebbe piaciuto giocare in Italia, – dice Delio – evidentemente la fortuna non era dalla mia parte: inizialmente per le restrizioni dell’epoca nel campionato italiano, poi quando riaprirono le frontiere, perché non si erano create le condizioni. Ai miei tempi non c’era la figura dell’agente che poteva aiutarti a trovare una squadra. Si passava solo attraverso le società, non era così semplice”.
Appesi gli scarpini al chiodo, Onnis lavorò inizialmente come osservatore del Monaco in Argentina, poi come allenatore sedendo sulla panchina del Tolone nella stagione 1990-91 e del Paris FC (la seconda squadra della capitale transalpina) dal 1992 al 1995. A partire dal 2008 Onnis ricopre l’incarico di responsabile del settore giovanile del Monaco. Ora si gode la meritata pensione. Tra la Francia e l’Argentina.
Massimiliano Perlato