Questo pomeriggio ho incontrato in carcere l’indipendentista catalano e parlamentare europeo Carles Puigdemont. L’ho incontrato subito dopo il pronunciamento della Corte di Appello di Sassari che lo ha rimesso in libertà. Ho parlato con lui per circa tre quarti d’ora e gli ho portato prima di tutto la mia personale solidarietà umana e politica per l’arresto di ieri.
Ho trovato una persona molto determinata e serena. Gli ho chiesto come è stato trattato e mi ha risposto: “molto bene” e che il personale della casa circondariale di Sassari ha avuto con lui un atteggiamento molto professionale. Ha voluto sottolineare poi che lui non ha niente contro la giustizia italiana, ha affermato invece di sentirsi perseguitato dalla giustizia spagnola. Ha aggiunto infine che non ha paura del carcere ma che il suo unico obiettivo è la libertà del suo popolo e per questo continuerà la sua battaglia per l’indipendenza della Catalogna.
Per quanto mi riguarda giudico il suo arresto un grave errore politico prima ancora che un’antistorica negazione delle libertà di un popolo. La libertà di portare avanti una legittima battaglia per l’autodeterminazione.