Riparte “Venti d’Essai”, la rassegna cinematografica al Cinema Arena Odeon di Santa Teresa Gallura, dedicata quest’anno alla Sardegna.
Dall’11 al 20 settembre in programma venti opere tra cortometraggi, lungometraggi e documentari di alcuni dei registi e delle registe sarde e non solo: Marco Antonio Pani, Mario Piredda, Sergio Naitza, Bonifacio Angius, Gianni Cesaraccio, Davide Melis, Peter Marcias, Tommaso Mannoni, Salvatore Mereu, Raffaello Fusaro, Valentina Zucco Pedicini, Alessandra Atzori e Milena Tripaldo, Maria Anatra, Nicoletta Nesler e Marilisa Piga, Giorgia Boldrini con Giulio Filippo Giunti.
“Venti d’Essai”: venti film, venti tra autori e autrici, venti modi diversi di raccontare l’isola. Dall’11 al 20 settembre a Santa Teresa Gallura riparte la rassegna di cinema organizzata da Apostrophe di Alberto Pisu, direttore artistico, che sceglie stavolta una rosa di opere del panorama cinematografico e audiovisivo della Sardegna e sulla Sardegna, sempre più ricco e plurale. Una ricchezza e pluralità che Venti d’Essai porterà ogni giorno sul grande schermo del Cinema Arena Odeon, attraverso i diversi percorsi personali e professionali degli autori e delle autrici che insieme restituiscono una narrazione audiovisiva corale e polifonica della nostra isola. Ingresso libero e inizio per tutte le serate alle 20.30.
Le presentazioni dei film sono a cura della Società Umanitaria – Centro Servizi Culturali Alghero con Alessandra Sento, Emiliano di Nolfo, Nadia Rondello, Giusy Salvio.
Ecco il programma: si parte sabato 11 settembre con il documentario “Padenti” di Marco Antonio Pani (2020 – durata 24’). Un racconto affascinante sugli estrattori del sughero (scorzini) e sulla demaschiatura: professioni che devono sintonizzarsi con il tempo della Natura e inchinarsi alla sua forza, rispettandone le piccole onde di debolezza. Sarà presenta in sala il regista.
A seguire la proiezione del documentario “Faber in Sardegna” di Gianfranco Cabiddu (2015 – durata 60’). Il film racconta l’ultimo concerto di Fabrizio De Andrè al Teatro Brancaccio di Roma e il complesso rapporto tra il cantautore genovese e un luogo speciale come l’Agnata e la Sardegna.
La serata di domenica 12 settembre sarà dedicata a due opere del regista Mario Piredda: “A Casa mia” (2016 – 15’) premiato al David di Donatello 2017 come Miglior Cortometraggio. Due anziani abitanti di un piccolo paese di pescatori ormai spopolato vivono nella speranza che l’inverno non finisca. Un film che affronta il tema dello spopolamento di tanti paesi dell’isola e la condizione di solitudine a cui sono condannati i pochi rimasti. Segue la proiezione del film pluripremiato “L’Agnello” (2019 – 97’). Anita, sedici anni, vive in una zona della Sardegna che da sessant’anni è sede di un grande poligono militare per la sperimentazione di armi ed è nota per l’alta incidenza di tumori e la nascita di animali deformi. Sua madre è morta di leucemia e anche il padre Jacopo si è ammalato. Una storia di determinazione a amore che si sviluppa in un ambito familiare. Sarà presente il regista in sala.
Lunedì 13 settembre il cortometraggio di Enrico Pau “L’ultimo miracolo” (2017 – 20’). Rimasto sulla terra con Pietro dopo la resurrezione, Cristo è ormai anziano. Per le strade di Cagliari incontra un giovane fischiatore che ha perso l’intonazione. Vorrebbe aiutarlo ma non ricorda più come fare miracoli. Protagonisti Tino Petilli e Mario Faticoni.
Segue “L’Ultimo pizzaiolo” di Sergio Naitza (2019 – 52’), il documentario dedicato alle mono sale cinematografiche di una volta, scomparse dagli anni Ottanta con l’avvento delle nuove tecnologie. Un cinema che in Sardegna ormai non c’è più a causa della rivoluzione digitale. Un viaggio nel tempo attraverso il racconto dello storico distributore di pellicole, Pino Boi, scomparso di recente all’età di 78 anni, e di alcuni storici proiezionisti, un mestiere che il digitale ha ormai estinto. Sarà presente in sala il regista.
Martedì 14 settembre il cortometraggio di Bonifacio Angius “Destino” (2019 – 19’), presentato alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia all’interno della 34° settimana Internazionale della Critica. Una giornata dove il vuoto, la superstizione, l’angoscia e la paura, avranno le conferme che un uomo senza qualità stava cercando da tempo.
A seguire il documentario “Dal profondo” (2013 – 72’) della regista e sceneggiatrice Valentina Zucco Pedicini, scomparsa a soli 42 anni a novembre del 2020 a causa di una lunga malattia. Il racconto di Patrizia, unica e ultima minatrice italiana, in Sardegna e di una miniera a rischio chiusura. Un universo parallelo da scoprire, un nuovo punto di vista orgogliosamente femminile, sul mondo sotterraneo.
Mercoledì 15 settembre si inizia con il piccolo corto sperimentale “Pasquino” (2019 – 3’) di Alessandra Atzori e Milena Tripaldo. Il mondo satirico della rivista “Il Pasquino” e la storia di alcuni autori che ne assunsero la direzione in diversi momenti storici.
Subito dopo la proiezione del documentario “Il Clan dei Ricciai” (2018 – 67’) di Pietro Mereu. Negli anni sessanta un gruppo di ex detenuti decidono, per sopravvivere, di dedicarsi alla pesca dei ricci di mare. Questi uomini dal duro passato raccontano oggi un’esperienza di vita comune lunga quarant’anni. Sarà presente in sala Joe Perrino, tra i protagonisti del documentario.
Giovedì 16 settembre si riprende con il cortometraggio “Valerio” (2019 – 14’) di Gianni Cesaraccio. Un uomo che vive di espedienti, sotterfugi, estraneo al figlio e alla famiglia rimasta. Quando però scopre che è il compleanno della figlia, farle un bel regalo sembra essere la sua unica aspirazione.
Segue il documentario “Per Grazia non Ricevuta” (2019 -52’) di Davide Melis. Il viaggio di Giovanna e Joe attraverso le strutture carcerarie dell’isola dove i detenuti consegneranno agli artisti la loro richiesta di “grazia”” sotto forma di ex-voto. Disegni, scritti, oggetti che concorreranno a decorare l’Ape-car. Saranno presenti in sala gli attori protagonisti Giovanna Maria Boscani e Joe Perrino.
Venerdì 17 settembre la prima proiezione è con il documentario della regista Marta Anatra dal titolo “Progresso Renaissance” (2019 – 20’). In una temporalità ambigua 1969-2019, un gruppo di bambini in bicicletta percorre il territorio polimorfo di un piccolo villaggio industriale nel sud della Sardegna. Resti post-industriali, un paesaggio silenzioso e fantasmagorico, un villaggio di disoccupati e fabbriche chiuse.
Segue un altro documentario “Lunàdigas – ovvero delle donne senza figli” (2016 – 75’) di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga. Lunàdigas è una parola sarda usata dai pastori per definire le pecore che in certe stagioni non si riproducono. Le autrici l’hanno scelta per raccontare attraverso diverse testimonianze la condizione personale e sociale, ancora causa di stigmi e pregiudizi, delle donne che non hanno figli.
Sabato 18 settembre il piccolo corto sperimentale “Storia di Edina Altara” (2020 – 5’) di Alessandra Atzori e Milena Tripaldo che racconta l’universo fatto di carta e di ritagli della grande illustratrice e artista dalla creatività prorompente e multiforme che ha spaziato tra svariate tecniche e materiali nei diversi campo dell’arte. Nel documentario che segue ancora un omaggio a un’altra grande donna del Novecento italiano “Nilde Iotti” (2020- 80’) di Peter Marcias. Dalle testimonianze delle amiche d’infanzia ai ricordi di personaggi politici illustri fino agli esempi del suo impegno politico e del suo grande senso civico.
Domenica 19 settembre si parte con “The Wash” (2018 – 21’), il documentario di Tommaso Mannoni. Venti minuti intensi per un’opera di denuncia con un originale sguardo contemplativo sulla zona del poligono militare di Capo Teulada. Una donna stende le divise lavate dei militari, le lava e le stira. Lì i militari portano avanti le esercitazioni che fanno tremare la città e inquinano, soldati che vivono questa terra come un campo di battaglia. Un racconto immerso nel silenzio assordante di un paesaggio bellissimo e terribile allo stesso tempo e un percorso verso la ricerca della verità sulla causa dei decessi per tumore.
Subito dopo il documentario “Isole Gemelle – dalla Sardegna a Okinawa sul filo della tessitura” (2019 – 63’) di Giorgia Boldrini e Giulio Filippo Giunti. Le due terre con le popolazioni più longeve del mondo sono entrambe luoghi di grande tradizione nella tessitura legate da un filo rosso invisibile lungo 10.000 chilometri. Un viaggio che permetterà di scoprire tante altre cose in comune.
L’ultima giornata di Venti d’Essai, lunedì 20 settembre, vedrà in programma altre due proiezioni. La prima “Futuro prossimo” (2017 – 17’) di Salvatore Mereu. Un cortometraggio drammatico che racconta le vicissitudini di Rachel e Mojo alla ricerca di un lavoro che non si trova. Di notte trovano riparo in uno dei casotti di uno stabilimento balneare nel litorale. Ma una mattina il custode scopre che qualcuno ha trascorso la notte lì.
Chiude la serata “Le favole iniziano a Cabras” (2015 – 68’) di Raffaello Fusaro. Un documentario che vede al centro della narrazione il viaggio nel cuore della Sardegna. Un’affascinante isola descritta e riscoperta attraverso gli occhi di alcuni dei suoi più importanti artisti, poeti, musicisti, scultori.
La rassegna “Venti d’Essai” si tiene a Santa Teresa Gallura al Cinema Arena Odeon, in via Capo Testa n. 6. Inizio per tutte le serate ore 20.30. Ingresso libero.
Il progetto è organizzato da Apostrophe Cultura e Spettacolo in collaborazione con la Società Umanitaria Centro Servizi Culturali della Sardegna, sostenuto con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e la Fondazione Sardegna Film Commission.