“La cancellazione della linea Civitavecchia-Cagliari è la naturale conseguenza della gestione fallimentare da parte di Ministero e Invitalia dei bandi sulla continuità territoriale marittima. Tra i tagli alle risorse, la soppressione di alcune rotte sussidiate e la mancata attivazione di nuovi collegamenti, si stanno provocando gravi danni ai trasporti e all’economia dell’Isola. Dopo lo stop alle attività del porto di Arbatax, adesso la Sardegna meridionale rischia di essere tagliata fuori dal sistema dei collegamenti marittimi. A questo punto, il Ministero deve chiarire quali siano le analisi e i piani economico-finanziari sui quali ha elaborato le gare”.
È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas di L’Alternativa c’è in un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili in merito all’annunciata cancellazione, dal prossimo 13 settembre, della linea Civitavecchia-Cagliari, gestita da CIN-Tirrenia in regime di libero mercato.
“Se tutta la continuità territoriale marittima è stata fortemente indebolita dai tagli del Governo – spiega Vallascas -, soprattutto per la linea Civitavecchia-Arbatax-Cagliari si può parlare di vero e proprio fallimento del procedimento di gara con gravi responsabilità da parte del Ministero e di Invitalia, che ha elaborato le analisi economico-finanziarie sulla quali è stata fissata la base d’asta».
«Il Ministero – aggiunge – ha letteralmente falcidiato i finanziamenti per il collegamento portandoli da 24 milioni annui, della precedente convenzione, ad appena 16 milioni e mezzo. Un’assurdità per una rotta necessaria, ma onerosa e a rischio di fallimento di mercato. Il risultato è che sono andate deserte sia la gara sia le due procedure negoziate”.
“Questa è l’ulteriore conferma – prosegue – che la finalità sottesa a tutta la procedura sia stata unicamente quella di contenere i costi senza alcuna preoccupazione delle autentiche finalità della continuità territoriale e dell’eventuale compromissione di una misura fondamentale voluta per compensare, anche se solo parzialmente, i costi diretti e indiretti dell’insularità”.
“Il Ministero – conclude Vallascas – ha lavorato in solitudine, ignorando i rilievi e le indicazioni della Regione in merito alle gravi lacune contenute nei nuovi bandi. Adesso vogliamo vedere nel dettaglio il piano economico-finanziario sul quale è stata determinata la base d’asta”.