La ventisettesima edizione del festival di danza contemporanea e arti performative Autunno Danza inizia il 13 settembre e finisce il 31 ottobre, negli spazi del Teatro Massimo e del TAB e Sa Manifattura.
Il festival di danza contemporanea e arti performative Autunno Danza – diretto da Momi Falchi e Tore Muroni – nel 2021 assume lo stato di sospensione e di fragilità del mondo artistico in questo momento storico e ne fa un punto da cui partire per una proposta artistica composita e ricca.
La frase della filosofia Simone Weil: “la vulnerabilità delle cose preziose è bella perché contrassegno di esistenza. Fiori degli alberi da frutto” fornisce una chiave di lettura per la proposta di un cartellone in cui autori e autrici della danza contemporanea agiscono con la consapevolezza della precarietà dell’esistenza dei singoli, della collettività, del pianeta stesso, creando suggestioni e mondi di creatività.
Nel mese di Settembre – dal 13 al 26 a Sa Manifattura – Autunno Danza incomincia a Sa Manifattura con il progetto Fuorimargine. Nato nel 2019, Fuorimargine è rivolto al sostegno della creatività emergente e, in questa edizione mette in dialogo tre artisti selezionati nel 2020 – Chiara Aru, Paola Drera e Edoardo Mozzanega – con dieci performer di varia provenienza e formazione che – con lo sguardo attento del coreografo e danzatore Jacopo Jenna, in qualità di tutor – compieranno dei percorsi di esplorazione artistica della città di Cagliari.
A Sa Manifattura giovedì 16 e venerdì 17 settembre, alle ore 20 sarà proiettato – grazie alla sinergia con la Fondazione Sardegna Film Commission – il film di Massimo Gasole, Memory Layers, nato nell’ambito di Fuorimargine 2020 come progetto visivo collettivo, sviluppato intorno ai corpi, le luci e le immagini una dimensione onirica, sospesa e meditativa, come quella mnemonica.
A seguire, Edoardo Mozzanega con Dream of a tiger_a ritual lecture, Chiara Aru con Oh my GAD! e Paola Drera con Codice Morse_lo studio; lavori che hanno visto una tappa di ricerca a Cagliari nel contesto di Fuorimargine e che sono accomunati dall’interrogarsi intorno a codici, segni e linguaggi: rispettivamente, l’animalità, il disturbo di ansia generalizzata e l’alfabeto di comunicazione a distanza.
Giovedì 16 e venerdì 17 settembre, alle ore 20 la danzatrice Sara Marasso, insieme al contrabbassista Stefano Risso propongono The wall performance cross disciplinare partecipata, che crea un’occasione per fare incontrare le persone e raccogliere idee e sogni su ciò che si può trovare al di là del muro, provando a immaginare cosa ci sia dall’altra parte.
Mercoledì 22 e giovedì 23 settembre, alle ore 20 Daniele Albanese propone Home Altrove, spettacolo che rappresenta una cornice di riflessione sulla comunicazione invisibile tra l’azione e il pensiero, tra ciò che è qui e ciò che è altrove. La danza dal vivo di Daniele Albanese si interfaccia a frammenti video e interventi audio in cui il corpo e la voce della storica danzatrice di Trisha Brown, Eva Karczag si riverberano sulla scena, innescando un’analisi sulla fragilità dell’attuale stato delle cose che riconduce a un discorso sul mondo contemporaneo e le sue migrazioni, per domandarsi infine: cos’è casa in un mondo in continuo divenire?
Venerdì 24 e sabato 25 settembre, Chiara Aru, Paola Drera e Edoardo Mozzanega presentano gli esiti finali dei processi di ricerca sviluppati insieme al gruppo di dieci performer intorno a delle chiavi predefinite: l’esercizio di far emergere i propri demoni personali con Home Demon, la possibilità di smarrirsi e ritrovarsi con Ricalcolo#3 e l’esplorazione del potere collettivo di un pisolino pubblico con Public Nap.
Da ottobre Autunno Danza si trasferisce al Teatro Massimo, dove – rinnovando la sinergia con Sardegna Teatro – a partire dal 2 ottobre propone Sorakhe, il lavoro della compagnia marocchina Hna-ya. Sorakhe – che significa ululato – nasce dalla situazione di un giovane disilluso che lancia questo ululato quasi impossibile da esprimere, provando così a connetterlo al corpo, come ultimo mezzo di formulazione e resistenza alla repressione. Spettacolo selezionato alla Biennale della Danza in Africa di Marrakesh, per la prima volta in Italia.
Dal 7 al 17 ottobre, con vari orari: 10.30, 16.30, 18 Anna Fascendini (Scarlattine Teatro) propone Corpo lib(e)ro, performance per la primissima infanzia, a cui Autunno Danza dà un sostegno produttivo, insieme a Campsirago, Sardegna Teatro, TIP Teatro Instabile Paulilatino e festival Tuttestorie.
Si riprendono performance che non era stato possibile portare avanti nell’autunno 2020 – causa brusca chiusura dei teatri per normativa anti-COVID – e mercoledì 13 e giovedì 14 ottobre, alle ore 21 e 19, il duo composto da Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi mostra al Teatro Massimo Harleking, lavoro che incrocia danza e commedia dell’arte nella figura di Arlecchino, demone dal volto cangiante.
Sabato 16 e domenica 17 ottobre, la giovane danzatrice Lucia Guarino propone Superstite, una riflessione sul corpo superstite e il fascino del vuoto.
“Proprio sulla soglia del vuoto che crea la bellezza, l’essere terrestre, corporale si arrende, depone la sua pretesa di essere separatamente e persino di essere sé, se stesso” scrive Maria Zambrano. La bellezza del vuoto non è il nulla bensì l’attesa del possibile, il punto di immaginazione di quel che succederà. Il superstite si affaccia su una voragine: qualche cosa non c’è più e segna una ferita profonda, un buio, un ricordo.
Ultimo appuntamento domenica 31 ottobre, alle ore 19 con Simona Bertozzi, autrice, danzatrice e coreografa nota in tutta Europa, con il nuovo lavoro Quel che resta, un duo danzato con Marta Ciappina, che esplora dinamiche di movimento, comportandosi come un organismo vivente. Evento in continua mutazione, moltiplica i vettori e le prospettive, una condizione del respiro e di flessioni anatomiche di due corpi che dialogano.