Amistade | RezzaMastrella debutta in prima nazionale a Tempio Pausania.
Amistade è il nuovo esperimento produttivo di Sardegna Teatro – unico TRIC dell’isola – che sostiene la contaminazione dell’immaginario surreale e visione di Rezza Mastrella, con il mondo poetico di Fabrizio De Andrè, sfuggito dalle labbra di Dori Ghezzi.A più di 40 anni dal trasferimento e dal sequestro di Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi, la Gallura continua a essere scenario dell’esistenza – ora attraverso l’arte performativa – dell’opera di De Andrè.
Amistade è una storia a due voci, quella di Fabrizio De André, registrata durante i concerti, e quella live di Antonio Rezza, resa possibile dalla collaborazione con Dori Ghezzi e con la Fondazione De Andrè.
Tutto si svolge nell’habitat materico – visuale di Flavia Mastrella contaminato da frammenti di videoproiezioni e mapping. Insieme a Rezza in scena c’è Ivan Bellavista.
Una situazione idilliaca viene interrotta da un gesto violento. Il condizionamento è la problematica che affronta lo spettacolo; la voce e il movimento si alternano agli editti di Fabrizio De André, una voce dal passato che apre la continuità con il nostro presente fatto di abusi e veicolazioni di massa straordinariamente efficaci.
Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce?
Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda?
Due persone discorrono sull’esistenza.
Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza.
La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più.
Antonio Rezza
L’habitat di AMISTADE
Scie luminose si materializzano con l’inquietante delicatezza dei fiori visti da vicino. Fratto_X è un ideogramma, che insegue la leggera freschezza vibrante del tratto e il colore saturo dell’immagine in 3d. Una distesa di pelle calda organizza figure antropomorfe, sommerse dalla carne e dalla carnalità, vittime disponibili alla persuasione di massa.
L’inutilità permea e comprime i personaggi che si affacciano da un divieto X. La Sedia, mezzo mutante color azzurro, pelle e ruggine, è presa in prestito dal teatro di narrazione.
Il Telecomandato geneticamente alterato e il Miracolo dell’urbanizzazione sono sculture mobili dipendenti.
La carcassa del guerriero viene riproposta come presenza epica solo nella forma e nell’atteggiamento. Le videoproiezioni si intrufolano Nell’Habitat raccontando storie senza voce.
Flavia Mastrella
La sinergia con RezzaMastrella è nata in modo imprevedibile, come un progetto che lascia inevitabilmente sorpresi!
La sinergia nasce ovviamente a partire dalla stima – elemento senza cui nnulla può prendere vita. Difficilmente sono ideatrice di progetti che riguardano Fabrizio, tranne nei casi in cui intravedo la possibilità di trovarmi ad assistere a opere che implicano una sua profonda conoscenza.
Ammiro molto il talento di Antonio [Rezza] e Flavia [Mastrella], in teatro sono unici, sanno rappresentare e intendere la vita in un modo molto particolare, con una chiave di lettura non facilissima ma il messaggio, quando arriva, arriva potente. Sono bravissimi. Danno uno schiaffone al pubblico. Dapprima viene da chiedersi il perché; poi lo capisci.
Così vicini così lontani. A una prima valutazione il lavoro artistico della compagnia Rezza Mastrella appare molto distante da Fabrizio De André.
Più vicini che lontani, ce ne renderemo presto conto. Fabrizio osava e non amava tutto ciò che è scontato. Sono sicuramente accomunati da un incedere poetico, una ricerca anche tagliente e a tratti surreale. La canzone di Fabrizio che avvicinerei loro è Don Raffae’, che racconta di una tragedia italiana in un modo quasi leggero, riuscendo così a essere ancora più penetrante e incisiva.
Antonio e Flavia condividono con Fabrizio una capacità quasi sardonica di far ridere, toccando temi tragici e scottanti. Si tratta di una vera forza, senza aggiungere un’enfasi che porterebbe al patetico.
Fin dal titolo [Sfuggito dalle labbra di Dori Ghezzi] si evince che un valore aggiunto di questa operazione artistica e creativa è la tua presenza, elemento prezioso e unico e trait d’union.
Questo lavoro nasce da un desiderio che ho espresso ad alta voce – senza rendermene neanche conto – che Antonio e Flavia hanno raccolto, una sera, dopo una loro rappresentazione.
Pur essendo due grandissimi artisti, conservano l’umiltà di voler ascoltare, virtù che permette di essere aperti alle contaminazioni e alle varie testimonianze. Io non ho certamente verità in tasca, ma so che cercheremo di far qualcosa che possa essere compreso e abbracciato dalla maggior parte delle persone, senza mai risultare elitario.
Questo si collega direttamente all’eredità di De André, che è riuscito a essere davvero popolare, grazie alla capacità di attraversare diversi registri e raggiungere le persone e questo lo accomuna nel profondo anche a RezzaMastrella.
Diversamente da me, Antonio e Flavia non hanno mai conosciuto Fabrizio di persona ma sia lui che loro sono attratti da una forza rivoluzionaria. Presentando questo progetto scrivono che se si fossero conosciuti si sarebbero insaziabilmente annientati!
Dori Ghezzi