Il presidente della Turchia ha annunciato che i rappresentanti di Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti saranno dichiarati “persona non grata”. L’origine del caso è la lettera con la quale hanno chiesto l’immediato rilascio del filantropo 64enne, in carcere da 4 anni senza una sentenza di condanna
Ieri 23 ottobre, in Turchia, il presidente Erdogan ha annunciato che 10 ambasciatori occidentali saranno dichiarati “persona non grata”. Si tratta dei diplomatici di Germania, Francia, USA, Nuova Zelanda, Canada, Finlandia, Danimarca, Olanda, Norvegia e Svezia.A scatenare gli sfavori del sultano è stata una lettera con la quale gli ambasciatori chiedevano la scarcerazione del filantropo Osman Kavala avvalendosi di una sentenza della Corte europea dei diritti umani dello scorso 10 dicembre, in cui ne veniva dichiarata illegittima la detenzione. “Vanno a coricarsi, si svegliano e pensano a Kavala. Kavala è il rappresentante turco di Soros. Dieci ambasciatori si recano al ministero degli Esteri per lui: che impudenza! Impareranno a conoscere e capire la Turchia o dovranno andarsene”, ha dichiarato Erdogan. Il presidente aveva prima convocato i dieci ambasciatori e poi giovedì ha minacciato la loro espulsione: “Non possiamo concederci il lusso di ospitare queste persone nel nostro Paese”.
La risposta europea
Per il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, le azioni di Erdogan sono all’insegna dell’autoritarismo: «L’espulsione di dieci ambasciatori è un segno della deriva autoritaria del governo turco. Non saremo intimiditi. Libertà per Osman Kavala», scrive così su Twitter.
Osman Kavala
Kavala è detenuto da oltre 1.400 giorni con l’accusa di aver organizzato l’occupazione del parco di Gezi nel 2013, e di aver preso parte al golpe del 2016.
Il 18 ottobre del 2017 fu arrestato non appena atterrato all’aeroporto di Istanbul di ritorno da un viaggio nella zona a Sudest della Turchia, a prevalenza curda, dove portava avanti diversi progetti in difesa delle minoranze e dei diritti umani.
Kavala è stato assolto dalle accuse che lo vedevano imputato per le proteste anti governative del 2013, ma poco dopo è stato raggiunto da nuove accuse per un presunto ruolo nel golpe del 2016.
Nel 2019 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ne aveva chiesto la scarcerazione e il Consiglio d’Europa di cui fa parte anche la Turchia dal 1950, ha comunicato che se entro la fine del mese Kavala non verrà liberato potrebbero aprire una procedura per infrazione contro Ankara.
Umberto Zedda