Le immagini scattate all’esterno della grande miniera di Serbariu, a Carbonia, “parlano di luce, afferma la fotografa, la luce che avvolge nell’insieme ogni particolare che resta all’ esterno.
Fantasma che riflette la luce, facendoci rivivere un passato ormai lontano.
Ogni scatto fotografico è il racconto di esperienze vissute, lontane oggi da noi, ma non dimenticate.
L’ attimo, solo l’ attimo, racconta quell’ improvviso silenzio, non spettrale ma malinconico.
Luce che esprime esperienza di vita umana, dura nel suo complesso, a volte ingestibile, tanto da perderci anche la vita.
Ma il Fantasma non muore, racconta ogni giorno nuove sensazioni.
Ed ecco la luce che oggi racconta, domani racconterà, e sempre racconterà. Perché questa è storia della vita umana fatta da uomini come noi, i Minatori”.
E’ questo lo spazio dove muove l’obiettivo di Antonella Cannas Habens, oltre uno svolgimento temporale che supera i limiti tecnologici per cogliere nella materia inerte ogni vibrazione del percepibile.
“Grande miniera di Serbariu”: i sintomi del tempo suggeriscono delle “verità altre” che spezzano e ricompongono le trasformazioni dei riferimenti oggettivi, dilati nella dimensione della transitorietà.
Ecco allora non le forme ma il loro “fantasma” che si concretizza nella sensibilità del soggetto che guarda, vede e interpreta, sospeso nell’attimo di ogni scatto fotografico.
“Nelle fotografie dei gloriosi resti della Grande Miniera di Sebariu, scrive lo storico dell’Arte Simone Mereu, quasi si ritrae un mondo metafisico dove non si scorge più la presenza dell’uomo. Eppure, il sapiente occhio di Antonella coglie i contrasti di luce e restituisce in scale di grigi un ambiente di tale connotazione che, nell’assoluto silenzio, quasi sembra ancora drammaticamente pieno di fatica e umanità.
La luce aleggia, si insinua e accarezza, proprio come un fantasma, le superfici degli edifici, i ferri scuri e abbandonati, sottolineandone i particolari. Colti così, i macchinari industriali assumono ruoli di sculture e architetture, indagate dall’obiettivo nei loro valori plastici e nei giochi di luce che scandiscono in piani i volumi.
Se le foto che scorrono sullo schermo sono il più fedele testimone della volontà e della qualità fotografica dell’artista, alcune delle stampe mostrano neri e profondi controluce offrendoci una drammaticità esasperata che dona un’ulteriore lettura al lavoro di Antonella. Se l’ottimo è nemico del bene, dobbiamo dire che qui il semplice bene diviene in qualche scatto ottimo”.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo alle ore 18 di sabato 30 ottobre, nei locali della Art Gallery, in via Giuseppe Mazzini, 88.