Il tempio del design italiano celebra le innovazioni dell’artigianato sardo. In mostra all’ADI Design Museum, luogo destinato a raccontare la storia del design italiano, l’opera tessile Q.R Quanta Res, manifesto di una rivoluzione culturale
Un fil rouge che lega architettura, memoria, rito e modernità per re-instaurare un dialogo con la tradizione e superare i confini del nostro perimetro culturale. È l’ambizioso progetto Mustras, promosso in Sardegna dal 2019 dall’associazione Abbicultura, che intende sviluppare un sistema di azioni volte a un rilancio strategico e formativo del comparto artigianale per la sperimentazione di nuovi linguaggi legati alla tradizione locale, re-inventata nelle sue matrici più profonde.La ricerca ha prodotto oltre cinquanta opere di alto artigianato artistico di mondi come la tessitura, la ceramica, il legno e la cestineria in un profondo processo di connessione al territorio.
Tra queste il tappeto Q.R Quanta Res, degli architetti Fabrizio Felici e Alberto Olmo, rappresenta un modo per parlare di storia attraverso l’oggetto. L’intento è quello di partire dal saper fare e ampliare una riflessione sull’architettura di oggi.
Il tappeto è un grande foglio che come architetti – e un po’ come storici – abbiamo disegnato, attraverso 94.080 pibiones, cioè riccioli della lavorazione tradizionale sarda della lana) intesi come pixel, realizzato da Vilma Ghiani, eccellente tessitrice seulese.
Il nome latino Quanta Res è stato suggerito da un filosofo genovese: ‘Ciò che conta, quello che resta’. Il riferimento al codice QR lo rende riconoscibile come elemento della contemporaneità mentre la connessione con la cascata naturale di Sa Stiddiosa del Comune di Seulo omaggia il territorio celebrandone l’essenza.
L’ADI Associazione per il Disegno Industriale di Milano ha scelto di inserire il Tappeto Q.R nel prestigioso ADI Design Index 2021, selezione annuale del miglior design italiano messo in produzione, presentandolo in un percorso di comunicazione che si articola in un annuario, un sito dedicato, una prima mostra presso l’ADI Design Museum di Milano a partire dal 27 ottobre e successivamente a Roma presso la Casa dell’Architettura.
Un segnale forte che dimostra l’assoluta importanza dell’ambito artigianale locale quale patrimonio materiale e immateriale e fondamentale strumento di conoscenza della società.
“Il motto, ma anche l’obiettivo principe di Mustras è indagare lo straordinario del quotidiano” spiegano gli architetti Felici, Olmo e l’artista scenografa Chiara Secchi. Si è scelto di ripartire dal regionalismo e dalla tradizione, punto di vista privilegiato, risultato di quanto rimane di buono da continue prove ed errori, al fine di restituire una tangenza tra architettura, memoria, rito e modernità.
L’iniziativa – grazie all’Assessorato al Turismo Artigianato e Commercio della Regione Sardegna, le Province di Nuoro e Sud Sardegna, la Fondazione di Sardegna, il Banco di Sardegna, la Camera di Commercio di Nuoro, l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari, la Città Metropolitana di Cagliari e i Comuni di Aritzo, Assemini, Atzara, Belvì, Isili e Seulo – unisce in un percorso multidisciplinare quaranta artigiani locali, detentori di una cultura del fare e designer locali e internazionali, depositari di una cultura del progetto, verso un nuovo dizionario personale e collettivo condiviso.
Un importante riconoscimento per tutti i partecipanti al progetto, le amministrazioni e gli enti che hanno creduto in un territorio definito erroneamente marginale che invece dimostra di poter contribuire attivamente al processo di crescita culturale collettivo, portando il patrimonio identitario della Sardegna ben al di fuori dei propri confini.