Il nostro è stato l’unico caso in cui non c’è stato un intervento della finanza pubblica, nessun risparmiatore ha perso un euro, non abbiamo fatto neanche un licenziamento, abbiamo salvaguardato tutti i posti di lavoro, insomma abbiamo fatto una fusione buona”. L’ad ha ricordato che “quando si fanno queste operazioni la prima cosa che si deve fare è valorizzare quello che si acquista, invece generalmente si tende a smontare quella che è la storia, le tradizioni, e la fusione diventa solo un’operazione liquidatoria”. Il Paese ha assistito, negli ultimi anni, a tante operazioni di fusioni e salvataggi di istituti bancari: “La sensazione è che nelle operazioni degli ultimi due anni si sia dispersa tanta ricchezza, con l’intervento dello Stato in maniera consistente.
Io quando penso a Monte dei Paschi penso alle mille opportunità, ad una grande banca, alle grandi tradizioni, ai grandi rapporti con il territorio, occasioni che potrebbero essere colte per rilanciare questo istituto”. Guardando a cosa è accaduto e in prospettiva a quello che potrebbe ancora accadere, nel mondo bancario, Maiolini lancia una proposta: “Probabilmente oggi potrebbe servire pensare a una nuova Iri per il sistema bancario, cioè a una Iri di settore. Affidare le banche, per qualche anno, a una struttura che potrebbe in qualche modo avere il compito di valorizzare e rilanciarle”. Tornando alla Banca del Fucino, il lavoro dell’amministratore delegato che ha portato buoni frutti: “Abbiamo trovato una banca che ormai era priva di prodotto bancario, stimabile intorno al miliardo e sei, e sette, poco più di un medio credito cooperativo.
Oggi a distanza di due anni, chiuderemo l’anno con 6 miliardi, una crescita importante, non quello che abbiamo come ambizione, arrivare a 12 miliardi rapidamente, ma abbiamo quasi più che triplicato il prodotto bancario”. Per Maiolini “le banche dovranno confrontarsi con nuovi competitor e con le nuove tecnologie” e determinante è stato il loro ruolo nel corso della pandemia: “Tutta la finanza circolata nel Paese è stata la finanza bancaria, dall’Europa ancora non è arrivato un euro, le banche non hanno mai chiuso neanche un giorno, hanno svolto un ruolo decisivo e determinante per il sistema Paese e penso sia un errore parlare di ripartenza, di ripresa, qui non ripartirà nulla, oggi si deve parlare della nascita di una nuova economia”.
(ITALPRESS).