In particolare egli curava il fratello di un 58enne imprenditore e, in relazione al contratto stipulato, doveva andare a trovarlo 4 volte al giorno per 8 ore complessive: la mattina, all’ora di pranzo, nel pomeriggio e la sera a cena.
Un impegno sicuramente cospicuo ma ben retribuito, tanto più che quel giovane seguiva più anziani e gli intervalli di tempo risultavano essere ben distribuiti per evitare i tempi morti.
All’imprenditore il dubbio era sorto nel momento in cui aveva visto quell’uomo in giro per il paese nell’orario in cui avrebbe dovuto trovarsi ad assistere il suo congiunto. Dal momento che questo era successo più volte, gli era sorto qualche dubbio e aveva denunciato la cosa ai carabinieri.
Questi avevano sentito anche i parenti di un’altra persona assistita e avevano scoperto che gli orari si sovrapponevano, in particolare la mattina, e che dunque quel badante, non potendo trovarsi contemporaneamente in più posti, aveva deliberatamente preso in giro qualcuno pur di ottenere una maggiore retribuzione.
Così la truffa era molto semplicemente dimostrata visto che tramite l’inganno egli aveva percepito un ingiusto profitto facendosi pagare due volte per gli stessi orari di servizio