Il finanziamento del collegamento ferroviario Sassari-Alghero-Aeroporto con treni a idrogeno è un’opportunità ma solo se diventa il primo passo per realizzare da un lato una filiera di produzione di idrogeno verde da fonti rinnovabili nell’area industriale di Porto Torres, e dall’altro per avviare il nuovo assetto della mobilità sostenibile di tutta la nuova Città metropolitana di Sassari coinvolgendo i 66 comuni che la compongono: anche il più piccolo dei comuni dell’area metropolitana dovrà potersi collegare in tempi rapidi con tutti gli altri centri del nord ovest dell’isola.
I 140 milioni di euro di finanziamento che arrivano dal Governo sono indiscutibilmente una buona notizia ma vogliamo prima di tutto pensare che siano davvero solo l’inizio di un percorso per ridurre il divario esistente tra le infrastrutture ferroviarie della nostra Regione e quelle del resto del Paese. Deve essere il primo intervento di una strategia complessiva e di una serie di proposte articolate che la regione deve presentare al Governo. Collegamenti rapidi e sicuri tra Nord e Sud ma anche tra Est e Ovest dell’isola. Questo deve essere l’obiettivo finale da perseguire, iniziando proprio da questo progetto pilota.
E visto che si è deciso di far partire proprio dal Nord dell’isola la famosa transizione energetica io credo sia indispensabile che non rimanga una goccia nel deserto ma sia funzionale al futuro che vogliamo dare alla nuova Città Metropolitana di Sassari. Collegamenti veloci e rispettosi dell’ambiente non solo tra Sassari e Alghero ma anche dalle zone interne a quelle costiere e a quelle urbane. Così possiamo ragionare anche in termini di sviluppo economico del territorio ma anche di contrasto al fenomeno dello spopolamento. È evidente che chi abita in un piccolo centro dell’interno potrà decidere di rimanere nel suo Comune se potrà spostarsi e raggiungere il resto del territorio in tempi rapidi.
Questo finanziamento non è importante solo per la parte infrastrutturale ma perché introduce la possibilità di utilizzo di treni a idrogeno verde e dunque prodotto esclusivamente da fonti di energia rinnovabile. Ebbene dove produrre l’idrogeno verde che serve per alimentare i treni? La risposta a mio avviso è scontata e presuppone l’eliminazione di ogni tipo di ipotesi che preveda la produzione in altre parti dell’isola o addirittura in ambito extra regionale.
Abbiamo un’area industrializzata a Porto Torres che ha tutte le caratteristiche per avviare la prima vera filiera dell’idrogeno verde in Italia. Dobbiamo prima di tutto potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili nel nord Sardegna, adeguando il Piano energetico regionale e prevedendo un mix di tutte quelle disponibili: dalle biomasse all’eolico, dal fotovoltaico all’idroelettrico, compresa la produzione di energia dal mare.
L’energia prodotta, entro una logica di filiera corta, sarà utilizzata per la produzione di idrogeno verde attraverso un elettrolizzatore e i conseguenti impianti di stoccaggio, da realizzare proprio nell’area industriale di Porto Torres. In pratica avremmo la possibilità di produrre, stoccare e distribuire l’idrogeno verde che servirebbe non solo ad alimentare i treni ma avvierebbe una vera e propria transizione green proprio dal Nord Sardegna.
Io credo che sia assolutamente necessario che la Regione attivi subito un tavolo tecnico, coinvolgendo anche l’Arst, destinataria del finanziamento, e l’attuale rete metropolitana, per trasformare quello che oggi è un progetto pilota in una imperdibile opportunità di sviluppo per il Nord Sardegna e per l’intera isola.