Nell’esplorare la storia, le tradizioni e la cultura, lo studioso ebraico Pinhás Ben Abrahamle (tra gli ospiti maiorchini del festival Lussu) ha presentato un’ipotesi molto affascinante sull’origine ebraica della panada, rievocando il periodo della lontana inquisizione, quando gli ebrei furono costretti a convertirsi al cristianesimo oppure furono messi in fuga dai luoghi in cui abitavano.
Alcuni approdarono a Cagliari, dove riuscirono a portare non solo la cultura ma anche l’alimentazione.
Secondo Pinhás la panada era un piatto che poteva consentire una certa continuità nelle abitudini alimentari, permettendo di nascondere all’interno, come in uno scrigno, sia il cibo che l’utilizzo di determinate spezie che la tradizione cristiana preferiva evitare. Quest’ipotesi illustrata da Pinhás finisce per portare molto lontani, anche fino a Gerusalemme.
Tra i relatori è intervenuto padre Miquel Mascarò, custode del Santuario Hermita de Sant Honorat a Randa e caballero de Santa Maria de la Panada. Mascarò è il custode del culto mariano di Palma di Maiorca rivolto proprio alla Madonna della panada, presente dal 1980 in un santuario religioso caro non solo ai cristiani. In questo luogo la statua della Vergine tiene in braccio il Bambin Gesù e nella mano destra sorregge una piccola panada. Viene onorata dalle popolazioni maiorchine durante il periodo pasquale. Ciò confermerebbe la forte valenza religiosa, antropologica e storica di questo piatto.
Il concetto di panada non è legato in particolare a una ricetta, quanto al metodo culinario e di conservazione del cibo all’interno della pasta di farina o di semola, che troviamo in tutto il mondo anche se sotto un nome diverso.
In serata la “Festa della Scuola popolare di poesia di Is Mirrionis” ha accolto come ospite Vito Minoia, presidente del coordinamento nazionale “Teatro in carcere”, che è intervenuto assieme a Gianni Mascia. Quindi Walter Falgio, Anna Cristina Serra, Gianni Mascia hanno ricordato la figura di Benvenuto Lobina attraverso la presentazione del suo “Po cantu Biddanoa” (Illisso, 2004). La serata si è conclusa con Poetry Blues and roll, una narrazione poetica carica di suggestioni blues e rock a cura di Gianni Mascia e Salvatore Amara.