Esce per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, nella collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani “Il Tempo che trova” di Pierluigi Lanfranchi
Il tempo che trova di Pierluigi Lanfranchi è un libro surreale, e pure tremendamente reale. È il tempo che trova l’uomo, la donna, i figli, la vita, le cose, la storia, i miti che dalla loro lontananza illuminano il presente, il futuro, il passare della vita.In questo libro – storie raccontate in versi o in prosa poetica (potente suggestione è l’incontro con Brodskij in un viaggio onirico), con una lingua esatta, evocativa – entrano tutti i sogni possibili. L’oniricità del pensiero cosparge spesso i momenti esperienziali. Il tempo passa, il tempo si ferma, salta anche la relatività.
Il poeta spazia dai miti alla quotidianità, situazioni tutte filtrate dal sogno che può essere incubo o elegia. La geografia, lo spazio, le città (Parigi, Vilnius, Montreal), non sono solo dimensioni fisiche, sono anche ipotesi di tempo. E se il tempo non è misurabile, sono l’uomo, o la donna, o le cose, ad essere tangibili come ipotesi di vita, ma mai come certezze. Eppure, con Properzio, “la morte non tutto finisce”.
Tuttavia insiste il niente alla fine della peregrinazione, però “con te anche niente è già qualcosa”. E questo attiene alla speranza, che non ha nulla in comune con il tempo indefinibile. Il filo del pensiero, che vede il nero e il bianco, che sente il suono e il silenzio, non si spezza, e annoda gli sprazzi di malinconia o di esultanza. Esiste quindi ancora una possibilità di vita, ma non da soli. (Ottavio Rossani)
Dichiara l’autore Pierluigi Lanfranchi: “Il tempo che trova raccoglie poesie che ho scritto negli ultimi quindici anni.
Il titolo fa riferimento al dispotico protagonista della raccolta. Ma cos’è che lascia il tempo che trova? Forse la poesia che, come dice il poeta, “makes nothing happen”. Eppure anche se non fa succedere niente, la poesia cerca di opporsi al tempo disarticolandolo, scandendolo diversamente con i suoi ritmi, o semplicemente sottraendogli le cose che il tempo trascina via con sé.
I miei versi sono pieni di nomi: di figure femminili, di personaggi del passato, di pittori, di oggetti, di animali e di luoghi. Ogni nome è una storia e ogni poesia è la voce di un catalogo del mondo, arbitrario e parziale, con cui tento di mettere ordine al caos dell’esistenza e di fissare nei versi gli avvenimenti, gli incontri, le cose che cadono sotto il mio sguardo.”