“Dopo 30 anni ancora qui, dopo 30 anni più forti, dopo 30 anni il loro granitico esempio di coraggio e volontà di rivivere li ha resi, più che mai, un modello da seguire, per tutti, e soprattutto per le nuove generazioni. E noi di Fervicredo, alla vigilia di questo anniversario così significativo in cui si ricorda il tragico giorno che ne sconvolse l’esistenza, non possiamo che ringraziare i tre Poliziotti della Questura di Catanzaro, Vittime del Dovere, per tutto ciò che hanno fatto per la collettività e che è costato loro così tanto. E ringraziare, ancora e ancora, Maria Marasco e Giovanni Mellace, per ciò che continuano a fare con generosità assoluta per gli altri”.
Sono le parole con cui Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), ricorda il gravissimo incidente avvenuto a Catanzaro, il 14 novembre del 1991, di cui domani ricorre il trentennale. Quel giorno, improvvisamente, all’interno degli Uffici della Questura si verificò la devastante esplosione di materiale pirotecnico sequestrato. Una vicenda tragica e dolorosa, che sconvolse l’intero capoluogo calabrese, ma soprattutto le vite dei tre agenti rimasti feriti nello scoppio. Uno di loro, in seguito, lasciò il lavoro.
Rimasero in servizio, invece, Maria Marasco e Giovanni Mellace, rimettendo in piedi dolorosamente, faticosamente e pazientemente, un passo dopo l’altro, la loro esistenza di Servitori dello Stato, la loro vita di donna e uomo, pienamente vissuta nonostante tutto, con una straordinaria e caparbia forza di volontà.
“Maria – aggiunge Schio -, sovrintendente capo in quiescenza, oggi fa anche parte del Direttivo di Fervicredo e con ciò, ove mai fosse necessario, continua a dimostrare quotidianamente in vero e concreto contenuto di quel giuramento che impegna l’intera esistenza di chi sceglie di portare la divisa al servizio degli altri. Guardare all’esempio di certe persone dovrebbe spazzare letteralmente via le immagini di certi ‘simboli negativi’ che spesso, più o meno consapevolmente, assurgono a modelli resi attraenti da una società in piena crisi di valori e quindi da imitare.
Soprattutto ai nostri giovani vogliano dire oggi, come sempre, che nulla e nessuno, non soldi, non finta fama, non la forza bruta della violenza, non il finto predominio della prevaricazione, nulla di tutto questo riempirà le loro vite facendo provare la vera soddisfazione della pienezza del suo sapore. Solo la dignità di veri esseri umani capaci di mostrare il proprio valore autentico, quotidiano, semplice ma straordinario può dare quella piena realizzazione di donne e uomini. Solo restare in piedi e continuare nonostante tutto a ‘dare’ vi renderà straordinari come Maria e Giovanni, consentendovi di lasciare davvero un segno nel mondo grazie alla vostra integrità, la vostra fierezza, la vostra onestà”.