Gianluca Curti (Minerva): “Come il Covid-19 ha influito sul mondo del cinema”
L’intervista di Interris.it a Gianluca Curti, Ceo della Minerva Pictures Group e presidente nazionale CNA – Cinema e audiovisivo.
“Il settore della produzione cinematografica, in questo secondo anno di pandemia, è ripartito con grande slancio ed energia con la piena occupazione delle maestranze. Ma questo discorso non vale per le sale cinematografiche, che ancora soffrono per le prolungate chiusure e che, a mio parere, faticheranno almeno fino al 2023/24 prima di pensare di tornare alla situazione pre Covid”.
La Minerva Pictures Group
La Minerva Pictures Group è una società di produzione e distribuzione cinematografica italiana, operante a livello nazionale ed internazionale. Nel corso della sua attività l’azienda ha acquisito e consolidato una film-library oggi rappresentata da circa 2150 titoli, per un totale di oltre 3000 ore di programmazione tra film, serie tv e documentari. Minerva Pictures ha sede a Roma ed è attiva nel mercato cinematografico e audiovisivo nazionale ed internazionale da oltre sessant’anni. Il CEO della società è Gianluca Curti. Il Presidente è Santo Versace.
Biografia Gianluca Curti
Gianluca è figlio dell’attrice Leonora Ruffo e del produttore Ermanno Curti, fondatore della Cineproduzioni Daunia 70′, del Centro produzioni cinematografiche Città di Milano e presidente onorario della Minerva Pictures/RaroVideo.
Gianluca inizia l’attività di produttore vincendo nel 1991 il premio del pubblico al Giffoni Film Festival con Buck ai confini del cielo, tratto dai racconti di Jack London, alla presenza del protagonista John Savage e del regista Tonino Ricci.
Nel 2001, in collaborazione con la Andy Warhol Foundation di Roma e con il fratello Stefano Curti, edita l’opera omnia cinematografica del padre della pop art per la Raro Video. La sua opera di recupero, restauro e conservazione di varie pellicole del cinema mondiale ottiene vari riconoscimenti nei festival specializzati del settore.
Dal 1997 al 1999 co-produce il festival “Cinema e storia” di San Marino, il cui direttore artistico è Carlo Lizzani. Dal 2005 al 2010 produce e dirige il Reggio Calabria Film Fest, rassegna del cinema italiano. Nel 2010 è consulente artistico-editoriale del Bellaria Film Festival. È amministratore delegato della Minerva Pictures e del gruppo editoriale Minerva-RaroVideo, è la divisione editoriale di Minerva Pictures dedicata alla distribuzione di opere cinematografiche di elevato e riconosciuto valore artistico.
Da gennaio 2018 a gennaio 2019 è portavoce di CNA – Cinema e audiovisivo. Da febbraio 2019 ne è presidente nazionale. E’ stato riconfermato lo scorso 30 settembre per quattro anni.
Interris.it lo ha intervistato sia per tastare il polso del mercato audiovisivo nazionale duramente colpito dal Covid (con un occhio al rilancio del cinema italiano all’estero) sia per ricordare l’attore Libero De Rienzo, scomparso lo scorso 15 luglio a soli 44 anni.
Intervista al produttore Gianluca Curti
Il mercato cinematografico ha perso milioni di euro a causa della pandemia. Cosa è cambiato oggi? C’è una reale ripartenza del settore?
“Sì, il settore della produzione è ripartito con grande slancio ed energia; c’è di fatto la piena occupazione delle maestranze, cosa mai vista prima. La produzione cinematografica e audiovisiva di contenuti non si è quasi mai fermata. Soffrono ancora le sale e soffriranno, a mio parere, almeno fino al 2023/24 prima di pensare di tornare alla situazione pre Covid”.
Nel febbraio 2019 è stato rieletto presidente nazionale di CNA – Cinema e audiovisivo per un nuovo quadriennio. A quante persona dà lavoro il settore Cinema e audiovisivo, compreso l’indotto?
“Il settore dà direttamente lavoro a oltre 20.000 persone, ma con l’indotto arriviamo a oltre 140.000 persone: rappresenta una forza lavoro enorme”.
In che modo le piattaforme streaming hanno modificato il mercato?
“Le piattaforme stanno radicalmente trasformando il mercato dell’industria e anche il mercato del lavoro. I costi delle maestranze sono aumentati e così anche di alcune ‘materie prime’, attrezzature tecniche ecc. Le piattaforme possono essere un’opportunità o una minaccia: avendo dimensioni molto grandi e potendo contare su delle lobby forti, potrebbero sfuggire al legislatore e alla concorrenza. Sta alla politica ascoltare l’industria indipendente e far sì che anche la parte identitaria italiana non venga aggredita troppo violentemente da alcuni di questi gruppi che a volte sono molto aggressivi – non tutti lo sono, ovviamente, ma alcuni sì! – e tendono a rapportarsi soprattuto con coloro che sono vicini ai loro desideri di espansione senza regole”.
La Raro Video è stata definita, sul New York Times, “The finest european film boutique“. Perché?
“La Raro Video è un’etichetta editrice di capolavori del cinema raro, d’arte e sperimentale che fondai con mio fratello Stefano nel 1999. Con RaroVideo, prima in vhs, poi in dvd e blu Ray e ora sui canali digitali, abbiamo scritto alcune pagine delle storia del cinema tra grandi restauri, scoperte e anteprime mondiali”.
A quale film di quelli che ha prodotto è maggiormente legato e quale produrrà prossimamente?
“Amo tutti i film fatti con grande intensità. Ricordo con grande affetto Fortapàsc perché ebbi come attore protagonista il compianto Libero De Rienzo; Scarlet diva, con l’esordio alla regia di Asia Argento e, più recentemente, Là-Bas Educazione Criminale (Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” a Venezia 68) e Calibro 9, sequel del grande Milano Calibro 9 il film del 1972 scritto e diretto da Fernando Di Leo, prodotto da mio padre Ermanno. Ora sto per andare sul set con La Caccia, la seconda regia del caro amico Marco Bocci; sono al montaggio con Le terme di Terezin (film sul campo di concentramento di Theresienstadt noto come “ghetto di Terezín“) esordio di un altro grande amico, Gabriele Guidi. Il prossimo anno lavorerò su Leggere Lolita a Teheran, con Marica Stocchi, film molto importante con la regia di Eran Reklis (autore israeliano) e ripreso dall’omonimo best seller della scrittrice iraniana Azar Nafisi. E molto altro ancora…spero!”.
Come si fa a fare il produttore oggi rispetto a prima dell’avvento dei social e di internet?
“Avendo sempre grande umiltà, grande intensità e energia sui progetti e sulle storie che si vogliono raccontare, senza mollare mai, perché nella produzione davvero chi si ferma è perduto… anche se a volte ci si può sentire un po’ stanchi o sotto pressione”.
Che ricordo ha dell’attore Libero De Rienzo, recentemente scomparso, che lei conosceva bene?
“Di Libero sono stato amico, ho anche discusso pesantemente con lui in passato ma poi facemmo pace. L’ho avuto con me in 3 film: Fortapasc, Restiamo amici e A Tor Bella Monaca non piove mai. Era un grande attore, un amico dal cuore tenero e gentile ma con alcune complessità che forse lo hanno limitato. Per anni abbiamo anche parlato di una sua regia…purtroppo ora non è più possibile”.
Come è cambiata negli ultimi anni la figura della donna nel cinema italiano?
“Di donne capaci, intelligenti e che si sono fatte rispettare nei set ne ho conosciute tante, da sempre; certo è che, negli ultimi anni, alcune istanze sono divenute più cogenti, ma credo che il talento – da qualunque parte provenga – se c’è, viene fuori sempre e a prescindere! Non credo nell’obbligo delle quote e sottoquote di rappresentanza”.
Cosa c’è ancora da fare per rilanciare, specie all’estero, il cinema italiano?
“Un enorme lavoro di razionalizzazione delle energie dei vari enti e gruppi privati già operanti al fine di mettere tutto a sistema e in sintonia e fare finalmente massa critica, massa che ci consenta di conquistare le quote e gli spazi di mercato che ci spettano di diritto per la nostra capacità di fare industria culturale”.
Vuole concludere con un pensiero finale ?
“Volentieri. Il cinema e l’audiovisivo sono industria e lavoro ma sono anche cultura, economia, identità, creazione di mode usi e costumi, di bisogni e tendenze, di difesa della storia di una Nazione e del suo futuro. Spero che questo possa sempre essere compreso dai decisori politici ed economici a monte dei meccanismi che gestiscono il futuro dell’Italia per conto nostro e degli italiani che verranno. Possono, possiamo tutti contribuire a rendere più sereno e sostenibile il futuro di tutti. Proviamoci…”.
di Milena Castiglioni
Fonte: www.interris.it