Oggi si celebra in tutta Italia la Giornata nazionale dell’albero, un momento di riflessione sul ruolo di primaria importanza che riveste il capitale naturale: boschi e foreste, ma anche le infrastrutture verdi sul territorio.
“L’albero non è solo un dono della natura, è anche lo strumento che la natura ci ha messo a disposizione per intervenire sui cambiamenti climatici, sulla nostra salute e sulla qualità della nostra vita – dichiara Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia – Ami– Per questo, in occasione della Giornata Nazionale dell’albero, Ami invita a riflettere sull’importanza che gli alberi hanno per l’ambiente che ci circonda e per una migliore qualità della vita”.
Le foreste sono uno scrigno di biodiversità, ospitando l’80% delle specie animali e floreali terrestri e sono necessarie per mitigare l’effetto serra e cambiamenti climatici e contrastare l’innalzamento della temperatura globale. Ecco perché è necessario promuovere politiche di riduzione degli effetti nocivi delle emissioni, di protezione del suolo e incentivazione di spazi verdi nelle nostre città. Un messaggio che è arrivato forte e chiaro anche dalla Cop 26 di Glasgow, in cui non è stato raggiunto nessun accordo decisivo sui cambiamenti climatici, ma almeno un impegno concreto dei Governi per porre fine alla deforestazione entro il 2030. Una pratica che ha provocato un allarme a livello mondiale.
Circa il 30% delle terre emerse del Pianeta è coperto da boschi per un’estensione totale di quasi 4 miliardi di ettari. Fonti Fao avvertono però come ogni anno si perdono mediamente boschi e foreste per 5.2 milioni di ettari e come, solo nel 2019, se ne siano persi ben 26 milioni di ettari.
In Italia la situazione è più ‘green’: dal 2015 al 2020 la copertura forestale è aumentata di quasi un punto percentuale, dal 30.8 al 31.7%, più che in qualsiasi altro Paese in Europa e al di sopra di nazioni a tradizionale vocazione boschiva come la Germania e la Svizzera.
Il problema è che secondo i dati dell’European Forest Fire Information System (Effis), pubblicati nel mese di agosto, dall’inizio dell’anno nella nostra Penisola sono bruciati 102.933 ettari di terreno, un’area grande quanto 140mila campi da calcio. La situazione, dal mese di agosto, è andata peggiorando a causa dei continui incendi che hanno colpito la penisola ed in particolare il sud Italia. Incendi che causano non solo una perdita di biodiversità genetica, ma contribuiscono a immettere nell’atmosfera quantità enormi di anidride carbonica e altri gas serra.
La città di Reggio Calabria “risente ancora degli incendi che nel mese di agosto hanno devastato e raso al suolo vaste aree della nostra Regione” dichiara Francesca Rogolino, referente della delegazione territoriale di Ambiente Mare Italia – Ami Reggio Calabria.
Anche a Pescara “gli incendi di agosto hanno devastato il sud della città- dichiara Valter Seca, referente della delegazione territoriale di Ami Pescara – E si contano ancora i danni. Il polmone verde della nostra città, la Pineta dannunziana, è stato raso al suolo”.
Francesca Lazzeri, referente territoriale di Ami Ladispoli Cerveteri, ricorda come “la città di Ladispoli non ha dimenticato gli incendi dolosi dell’estate 2017, incendi che hanno devastato il bosco di Palo e la macchia mediterranea a nord della città”.
Sempre nel Lazio, precisamente a Civitavecchia “la scorsa estate ha perso una grande fetta di verde: più di 200 ettari tra pini marittimi e macchia mediterranea” fa sapere Ivana Puleo, referente della delegazione di Ambiente Mare Italia diCivitavecchia-Tarquinia.
Secondo il Rapporto 2021 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), nel 2019 il nostro Paese era il primo per numero di morti per biossido di azoto, circa 10.640 nel 2019, ed è il secondo dopo la Germania per i rischi da particolato fine PM 2.5, 49.900 morti.
“Le foreste urbane e periurbane sono la soluzione per il contrasto dell’inquinamento da biossido di azotoe permettono un netto miglioramento della qualità della vita dei cittadini.