Il punto di Roberto Napoletano. La crisi senza freni del talk italiano
Gli italiani vogliono credere nella Nuova Ricostruzione e si sono stufati della politica e della TV delle chiacchiere. Conduttori e cerimonieri non lo sanno che sono a fine corsa.
Brutta politica
Sono così autoreferenziali che non si sono nemmeno resi conto che gli italiani li hanno abbandonati. La sintesi estrema è che quella politica già molto malata non dà ma prende ordini, quasi si muove a comando perché “se non urli non ti invito”.
Diciamo che per la sua estrema nullità è costretta a inseguire il verbo dei cerimonieri della grande malattia italiana che è il dibattito televisivo rissoso e incompetente della pubblica opinione
di Roberto Napoletano, Direttore del Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia
Abbiamo usato da mesi un’espressione, Titanic Italia, per raccontare la nostra grande crisi, civile e morale prima che economica, dalla quale sta cercando di risollevarci il governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. A prua la politica del nulla sovranista e populista con le sue figurine del mondo della irrealtà.
A poppa gli orchestrali del talk italiano che nulla hanno a a che fare con la televisione, che hanno messo su un “teatrino” permanente di puro politichese con una compagnia di giro di politicanti che non hanno mai avuto un mestiere e giornalisti della carta stampata, a volte a gettone a volte no, a volte di qualità a volte di quarta serie, che vanno in televisione senza conoscerla e senza rispettarla.
Rifiutano a priori gli orchestrali televisivi del Titanic Italia la fatica di studiare qualsiasi tipo di contenuto o di confrontarsi con chiunque ne è portatore, non fanno più televisione che è programmi, immagini, reportage, inchieste/documentari e molto altro, loro sanno solo “ballare e cantare” lo spartito del mondo della irrealtà.
Rappresentano insieme i primi e i secondi il circolo più autoreferenziale della storia politica e mediatica di questo Paese che ignora i bisogni delle persone e svende la reputazione di una nazione e il futuro dei suoi giovani in cambio di mezzo punto in più nei sondaggi o nello share.
Un solo esempio: oltre 46 milioni di vaccinati valgono come qualche migliaio di no vax che manifestano, non siamo più nemmeno all’uno vale uno, siamo scesi molto sotto i gradini della dignità cronistica oltre che di quelli della realtà.
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