“Jazz Requiem Mass”
Un nuovo progetto musicale scritto da Bruno Tommaso per l’OJS, la produzione originale con il quale il Maestro festeggia i 75 anni sarà presentata in prima esecuzione assoluta in un mini tour sardo dal 20 al 22 novembre
Lunedì 22 novembre alle 11.00 nella Sala Sassu del Conservatorio Canepa presentazione del libro di Bruno Tommaso “La Scuola che sognavo. La musica come bene comune, il jazz come dialogo”.
Bruno Tommaso e l’Orchestra Jazz della Sardegna (OJS) suggellano il loro lungo sodalizio professionale e il rapporto di grande amicizia che li lega da più di trent’anni con una nuova produzione artistica che spazia tra innumerevoli sfumature stilistiche.
Si tratta del progetto “Jazz Requiem Mass” realizzato con musiche originali composte dal maestro Bruno Tommaso scritto e pensato per l’OJS con la partecipazione del soprano Martina Grossi, dal contralto Denise Gueye e dalla voce recitante di Emanuele Floris.
Il nuovo lavoro sarà presentato in prima esecuzione assoluta in un mini tour sardo di tre concerti: il 20 novembre alle 20.30 a Cagliari nella chiesa di San Sepolcro in collaborazione con La Via del Collegio, il 21 alle 20 a Nuoro in collaborazione con l’ Ente Musicale di Nuoro , nella chiesa della Beata Maria Gabriella, il 22 alle 20.30 a Sassari nella Chiesa di Santa Maria di Betlem.
“Il progetto prende spunto da una frase attribuita a John F. Kennedy “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, bensì quello che puoi fare tu per il tuo Paese” – spiega Tommaso – ma nasce anche da una lunga riflessione sul modo in cui un musicista giunto come me ad un’età più che matura possa offrire contenuti di conforto, di riflessione e di incoraggiamento in un momento tanto difficile come quello che stiamo vivendo”.
I concerti sono anche l’occasione per festeggiare il compleanno del maestro che compie 75 anni il prossimo 20 novembre presentando un’opera strutturata in modo nuovo.
“Jazz Requiem Mass” prende spunto dal patrimonio musicale e culturale che ha sotteso il lungo percorso artistico di Tommaso, il quale ha cercato di arricchire il rigore della musica colta attingendo dalla musica popolare in un modo volutamente non distante da quello dei compositori classici russi.
Ma il nuovo progetto si stacca volutamente da questi parametri sperimentando ad esempio l’utilizzo di tre lingue (latino, italiano ed inglese) in base agli andamenti, ai riferimenti, alle sonorità ed alle esigenze dinamiche. Tommaso sceglie di affidare inoltre l’esecuzione dell’opera ad una formazione composita, con interpreti dalla solida esperienza sia in campo classico che in altri stili creativi, a partire dal jazz.
“In Jazz Requiem Mass la forma della Messa da Requiem viene contaminata – prosegue Tommaso – sperimentando la fusione di temi sacri, musica colta, musica popolare e jazz. Più specificatamente, il progetto si presenta sì come una Messa, ma nei dodici movimenti che ne compongono la struttura vengono liberati una serie di rimandi, inserimenti di svariati elementi musicali che appartengono a culture di ogni parte del mondo”.
Il testo della Messa è quasi integralmente tratto dal messale cattolico post-tridentino, sul quale sono stati operati adattamenti ed alcuni tagli e ripetizioni dovuti ad esigenze musicali. La traduzione inglese, usata dove ritenuta più appropriata rispetto al latino, prende le mosse, naturalmente con variazioni, dal testo adottato nell’800 dalla Casa Editrice Ricordi per il Requiem di Giuseppe Verdi.
I colori dei dodici movimenti di cui consta l’opera sono quanto mai vari. Dall’esordio drammatico, umbratile di Requiem/Kyrie, l’opera si dipana attraverso una serie lunghissima di influenze alle atmosfere blues si sovrappongono per contrasto le linee maestose delle voci.
Il valzer utilizzato come canovaccio per complesse esplorazioni che si spingono fino a lambire territori della musica contemporanea. Si scoprono tratti marcatamente spiritual con una forte ispirazione africana (la sofferenza della schiavitù comparata con il sacrificio dell’agnello di Dio), e poi elementi della tradizione popolare latino-americana con la sua visione della fede e del creatore come portatore di conforto, di perdono e giustizia.
Si arriva lungo il percorso a lambire soluzioni armoniche ispirate ad un “sognatore del jazz” come John Coltrane, il cui sincero afflato mistico ha permeato la fase più consapevole e matura del suo percorso artistico.
“Con l’ultimo movimento “Libera me” si chiude il progetto con un’idea di morte – conclude Tommaso – che non viene concepita come punizione, bensì come liberazione dalle sofferenze, dalla banalità, dai pregiudizi e dai luoghi comuni”. L’ingresso ai concerti ai concerti è gratuito.
Lunedì 22 novembre alle 11 nella Sala Sassu del Conservatorio Canepa presentazione del libro di Bruno Tommaso “La Scuola che sognavo. La musica come bene comune, il jazz come dialogo”.