L’Ottobre Rosso ha dimostrato che il proletariato può prendere il potere dirigendo i suoi alleati, può governare senza e contro la borghesia, può edificare il socialismo.
I grandi successi ottenuti in poco tempo dal socialismo mostrano, nonostante le menzogne della borghesia e dei revisionisti, la superiorità del suo modo di produzione sul capitalismo.
Grazie alla Rivoluzione socialista si è realizzata – nella lotta per la liberazione della classe operaia e dei popoli dallo sfruttamento e dall’oppressione imperialista – una svolta epocale che mantiene il suo valore.
A distanza di un secolo i suoi insegnamenti rimangono attuali, come dimostra il presente,
caratterizzato da una perdurante crisi economica e una pandemia gestita tanto da garantire
massimi profitti ai grandi monopoli sulla pelle del proletariato.
Negli ultimi due anni il Covid-19 ha causato milioni di vittime, specialmente fra le classi lavoratrici, evidenziando le deficienze dei sistemi di sanità pubblica e l’incapacità dei governi borghesi di affrontare la drammatica situazione. Governi che pongono al primo posto gli interessi dei capitalisti, a cui destinano migliaia di miliardi di denaro pubblico, e non la salute e le altre necessità della popolazione.
Sono stati distrutti milioni di posti di lavoro e lo sfruttamento si è intensificato per chi ha continuato a produrre. Omicidi e infortuni sul lavoro sono aumentati. La disoccupazione diffusa a livello mondiale, come si è estesa la povertà che prima della pandemia raggiungeva cifre allarmanti. Questo, mentre la ricchezza si concentra sempre più in poche mani e la pandemia è opportunità di speculazioni e immensi profitti.
La devastazione della natura e il cambiamento climatico si aggravano a causa delle attività dei monopoli, fra cui quelli del complesso militar-industriale, e del disinteresse di Stati e governi che agiscono per tutelare le classi possidenti. Con ciò si sono ampliate le migrazioni di massa, alimentate da fame e guerre.
In questo scenario si intensifica la rivalità interimperialista, specialmente fra gli Usa, i gendarmi del mondo, e la Cina che si espande nel pianeta esportando capitali e merci. Assieme alle tensioni internazionali e alle dispute commerciali, avanzano la corsa al riarmo e la militarizzazione della società.
Crescono le spese belliche a scapito delle spese sociali. I pericoli di guerra si moltiplicano.
Il capitalismo, responsabile di queste piaghe, non è in grado di offrire risposte alle esigenze per il lavoro, i diritti, la salute, la cultura, la pace, la giustizia sociale, la salvaguardia dell’ambiente, rivendicate dalle ampie masse. Non è un modo di produzione riformabile a favore di proletari e popoli.
Questa situazione mette sempre più operai, lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani e donne delle classi popolari, nella condizione di dover lottare per i propri interessi. La classe operaia torna a essere protagonista di importanti e combattive mobilitazioni, riprendendo fiducia nella propria forza. In molti paesi c’è un’ascesa della lotta contro lo sfruttamento, l’oppressione e il saccheggio imperialista.
Torna così a porsi la questione della rottura rivoluzionaria con un sistema moribondo.
Il mondo è gravido di rivoluzione socialista, unica via di uscita dalla barbarie imperialista.
Un nuovo e superiore ordinamento sociale è possibile, necessario e urgente!
Per avanzare nel cammino dell’emancipazione sociale, per dargli orientamento e prospettiva rivoluzionaria è indispensabile lottare contro la frantumazione, dando impulso al processo di unità e organizzazione dei comunisti e degli operai avanzati, per il Partito indipendente e rivoluzionario della classe operaia.