Su come Conte abbia gestito la partita sulle nomine Rai, dice: “Male. Trovo che quelle dichiarazioni siano un pessimo boomerang. Primo: si è ammesso che, se ci avessero accontentati, avremmo accettato. Secondo: si è ammesso di non essere riusciti a interloquire con l’Ad della Rai, né attraverso il consigliere di amministrazione che Conte ci ha chiesto di votare, né attraverso le persone che Conte ha incaricato per la trattativa. A certi tavoli, io dico: o ci si sa stare, o è meglio non sedersi”.
Spadafora ribadisce: “sono critico ma non sono un anticontiano. Noi dobbiamo sostenere il presidente, ma lui dovrebbe ascoltare chi la pensa diversamente. Non è più a Palazzo Chigi, guidare un partito significa coinvolgere, prima di decidere. Chi gli ha consigliato di esautorare Crippa, o gli ha detto che al Senato poteva stare sereno, gli ha fatto un danno”. Quindi “il punto è costruire un progetto credibile, appassionare i nostri elettori oggi confusi, riconquistare i giovani, declinare in modo chiaro le sfide ambientaliste. Pensare che solo il leader sia la soluzione ai nostri problemi significa aver già perso”.
(ITALPRESS).