EUTANASIA LEGALE: GARANTIRE UN FINE VITA DIGNITOSO AI MALATI TERMINALI SARDI. DESIRÈ MANCA (M5S) PRESENTA UNA MOZIONE.
“Purtroppo, nel nostro Paese, molte persone gravemente malate e senza alcuna speranza di guarigione, ancora non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Tanti malati terminali, al culmine della sofferenza fisica e mentale, scelgono di suicidarsi con metodi violenti, unica via d’uscita da una vita diventata un supplizio e che di norma dura da tempo. Troppe persone, alle quali la legge italiana nega la possibilità di essere accompagnate alla fine della vita senza soffrire, ricorrono a metodi che hanno come conseguenza l’incriminazione di chi li aiuta”.La Mozione
“La mancanza di una legge sull’eutanasia – osserva Desirè Manca (M5s) – in Italia è sempre più sentita. A dimostrarlo il grande risultato ottenuto dalla raccolta firme per il referendum Eutanasia legale: l’otto ottobre scorso, infatti, sono state depositate in Cassazione oltre un milione e 200mila firme per chiedere il referendum che si pone come obiettivo l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente, lasciando però intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere e quelle il cui consenso è stato estorto”.
“La Sardegna ha dato un contributo notevole alla raccolta firme per questo referendum e ritengo che anche il Presidente della Regione e la Giunta debbano attivarsi per far sì che la volontà dei cittadini sardi venga rispettata. Le norme sull’eutanasia legale, inoltre – osserva Desirè Manca – andranno ad integrare quanto previsto dalle norme introdotte dalla Legge 38/2010 che prevedono che la terapia del dolore e le cure palliative rientrino tra gli obiettivi prioritari del Piano Sanitario Regionale”.
Così la consigliera regionale del M5s Desirè Manca ha presentato una mozione che impegna il Presidente Solinas e la Giunta a sostenere qualsiasi azione legislativa utile all’introduzione dell’eutanasia legale come forma di rispetto della volontà del malato, e ad adeguare tempestivamente la rete delle cure palliative e della terapia del dolore in Sardegna disponendo nel più breve tempo consentito tutti gli interventi necessari per la sua attivazione.
“L’accesso all’eutanasia è già consentito in diversi Paesi nel mondo, quali Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada e molti Stati degli Stati Uniti. Pertanto ritengo sia necessario che il dibattito sul fine vita venga trattato come prioritario dalla politica nazionale e regionale, affinché anche il nostro Paese raggiunga in breve tempo questo risultato tanto agognato. Con l’introduzione dell’eutanasia legale – conclude la consigliera – si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze”.