Edifici d’impronta catalana, con le strette vie fra le mura abbattute alla fine dell’800, ricche di poggioli in ferro battuto con numerosi negozi che caratterizzano Corso Vittorio Emanuele, l’antico tratto urbano della Cagliari-Porto Torres, che, insieme all’animatissimo mercato dell’adiacente Piazza Tola e il suo palazzo D’Usini, costruito nel 1577, costituisce il centro della Sassari più tradizionale, dove spicca il dialetto sassarese, vera “isola” linguistica in Sardegna.
La bella Piazza Italia, è il cuore pulsante di Sassari, in stile umbertino è invece il salotto della città dominata dalla mole neoclassica del Palazzo della Provincia, con la bella sala consiliare affrescata da Giuseppe Sciuti e un appartamento ricco di sfarzosi arredi dove venivano ospitati i reali in visita in Sardegna.
Un po’ di relax sotto i portici verso piazza Castello che prende il nome dall’antica fortezza trecentesca che un tempo qui troneggiava ma che fu demolita alla fine dell’Ottocento. Il castello aragonese è stato sede del tribunale dell’Inquisizione, che sorgeva sul sito dell’attuale caserma La Marmora nel cui cortile si conservano gli stemmi dell’antica facciata.
All’interno della caserma è visitabile il Museo storico della Brigata Sassari dedicato alle eroiche gesta dei fanti sardi nella Prima Guerra Mondiale. Qui, si possono per gustare gli straordinari dolci tipici sardi e le paste. Per i buongustai, le monzette sono il piatto forte della gastronomia sassarese costituito dalle pregiatissime lumache, che qui costano come l’aragosta, saltate in padella, che vengono cercate in piccoli anfratti sotto i muretti a secco delle campagne o negli incavi dei tronchi degli alberi.
Il monumento più importante della città è il Duomo di San Nicola, cattedrale realizzata a partire dal XV secolo sul precedente edificio romanico. La facciata, che inevitabilmente attrae l’occhio del visitatore attento, è in stile barocco spagnolo, è uno degli esempi più alti in Italia per complessità dei particolari scolpiti. Si distinguono le statue di tre Santi martiri, di Dio e di San Nicola.
Il Duomo, all’interno, è trasformato in forme gotiche-aragonesi. Altre chiese interessanti da visitare nel centro storico sono quelle di Sant’Antonio Abate, con un notevole altare ligneo del Settecento. Santa Maria in Betlem è la chiesa più antica, romanica nella facciata e dagli sfarzosi interni barocchi. S’impone nel panorama artistico con la sua ricchezza stilistica unica che va ad abbracciare vari periodi. Si possono ammirare l’arco strombato sopra il quale sopra il quale spicca un grande rosone del Quattrocento.
L’interno è caratterizzato da una navata unica ed impreziosito da elementi architettonici di pregio: colonne con capitelli a foglie a crochet, affreschi, statue e bassorilievi. Le diverse cappelle si presentano in vari stili raffiguranti i gremi cittadini ovvero Muratori, Sarti, Falegnami ed altri, poiché nella chiesa sono custoditi i Candelieri votivi in legno intagliato, utilizzati durante la processione del 14 agosto della Discesa dei Candelieri, tradizione molto sentita da tutti gli abitanti.
E’ qui, infatti, che termina l’evento riconosciuto Patrimonio Mondiale immateriale dell’Umanità: la Festa dei Candelieri rappresenta infatti un bene prezioso da tutelare. Santa Caterina, eretta nel 1580, dal suo maestoso interno dal classicismo rinascimentale. San Pietro in Silki, del Seicento, con altare dorato in legno nel presbiterio, con diverse e pregevoli opere d’arte all’interno.
Simbolo di Sassari è comunque la caratteristica Fontana del Rosello, situata sotto l’omonimo ponte, costruito da maestranze genovesi nel 1606 in stile tardo-rinascimentale, con l’acqua che sgorga da 8 mascheroni e da 4 delfini in marmo. È d’obbligo una visita al Museo nazionale “Giovanni Antonio Sanna”, per la presenza straordinaria di sezioni archeologiche, vere antologie della civiltà sarda, dal Neolitico al Medioevo.
L’appuntamento più importante del folklore cittadino come già accennato prima, nel mese di agosto, è la Discesa dei Candelieri. Una ricca stagione musicale e teatrale si svolge al Teatro Verdi e al Teatro Civico. Per gli acquisti: tappeti, tele, ceramiche dell’isola, da Stile Sardo e dal Telaio Antico. Per qualcosa di diverso, un salto da Piras, drogheria ed enologia in un ambiente del primo Novecento, ove si trovano spezie, cere e saponi. Per finire, il bon ton sassarese prevede un giro alla pasticceria Sechi, anima dolce della città dal 1906. Il locale non ha più i suoi storici decori, ma i papassini all’uvetta e le formaggelle hanno superato i confini del tempo.
Massimiliano Perlato