Il Movimento Canapicoltori Sardi, che racchiude coltivatori e addetti al settore, in data 10/11/2021 organizza un Sit-In presso il Palazzo del Consiglio Regionale Sardo, per chiedere con estrema urgenza un incontro con i rappresentati politici e disinnescare la paradossale situazione venutasi a creare nel nostro territorio, con relativa escalation di sequestri e problemi di ordine sociale.
Da tempo si attendeva una riposta chiara e univoca da parte delle istituzioni e dalla politica, che permettesse ad agricoltori e imprenditori di investire e programmare in maniera imperturbabile. Visto lo slancio dichiarato con la legge 242 del 2 Dicembre 2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” si avevano aspettative diverse.
Premessa essenziale della riflessione è quella senz’altro di ammettere che all’interno del settore, si annidano situazione di illecito, delinquenza, frode, becera speculazione e perché no, anche la presunzione testarda, che quello che ci riguarda come settore non ha ricadute dirette sugli equilibri e sul nostro tornaconto da imprenditori. Così ovviamente non è, in questo settore come in tutti gli altri, le scelte elettorali dei cittadini, i mercati e il modus operandi delle istituzioni, condizionano in maniera importante il ritmo dell’economia e lo sviluppo di un determinato settore.
Nel 2016, la legge n° 242 per la filiera, dava inizio ad un percorso di rilancio di una pianta che all’Italia ha dato tanto, soprattutto quando l’utilizzo “ludico” non era considerato di massa e non esistevano problemi sociali di traffico di stupefacenti. Dall’introduzione della nuova legge tanti piccoli imprenditori, hanno iniziato a documentarsi e prendere contatto con una pianta che fino a quel momento lo Stato aveva deciso di concedere in esclusiva ai fuorilegge, bloccando di fatto ricerca, innovazione e quanto ottenibile con gli strumenti odierni.
Il problema oggi ritorna più grave che mai, nessuno di noi può sapere quante denunce, processi, sequestri e persecuzioni sono necessarie per destare i nostri politici (rappresentanti delle istituzioni) e convincerli del fatto che in Sardegna abbiamo un grave problema da risolvere, ma anche le procure (rappresentanti della legge e della giustizia) che dispensano perquisizioni e procedimenti penali, incuranti dello stress emotivo ed economico a cui sottopongono decine di persone oneste.
Tanto zelo nel perseguitare chi, senza obbligo alcuno ha deciso di auto-segnalarsi, gettando gravi macchie nelle loro fedina penale e nella loro tranquillità.
La motivazione data è semplicistica e per loro banale, una pianta lecitamente coltivata, una volta tagliata diventa uno stupefacente. Meritevole di essere perseguita con gli strumenti previsti dal TESTO UNICO che DISCIPLINA la materia DEGLI STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE.
Inoltre, il presupposto base di qualsiasi filiera è quello di valorizzare ogni segmento, parte, prodotto e sottoprodotto di pianta, chiediamo quindi che venga tenuto ben a mente quando i tecnici, politici, forze dell’ordine incaricati si siederanno al tavolo per decidere come valorizzare la filiera della canapa. Il movimento dei canapicoltori pertanto chiede a tutte le istituzioni politiche coinvolte che:
1. Si costituisca immediatamente un tavolo di concertazione tra Regione, Procure e nostri
rappresentati, per disinnescare immediatamente l’escalation alla quale stiamo assistendo;
2. Attività di controllo obbligatorie e urgenti, con strumenti Regionali, per bloccare eventuali infiltrazioni criminali nel settore e garantire maggior tutela ai produttori;
3. Approvazione di una legge di settore;
4. Dettagliati disciplinari di produzione per l’ottenimento di marchi regionali di qualità;
5. Ricerca e sviluppo per il conseguimento di vantaggi competitivi;
6. Stimolare e facilitare l’aggregazione delle imprese;
7. Creare un evento fieristico, nella quale promuovere le produzioni Regionali e avere una posizione di eccellenza nel mercato Europeo;
I coltivatori e gli addetti al settore sono pronti sin da subito a mettersi a disposizione in maniera attiva per il conseguimento dei risultati proposti, sicuri che con un approccio sinergico si possano rivalorizzare settori e zone sofferenti a causa delle troppe occasioni perse nel passato.
Decine di imprenditori oggi, si trovano a brancolare tra spese sostenute, rischi penali e un mercato nuovo e poco conosciuto, chiediamo che la Regione e tutte le istituzioni ci diano supporto. Noi siamo agricoltori, pastori, cerealicoltori, orticoltori, rivenditori, addetti ai lavori e anche potenziali disoccupati e pregiudicati.
Certi di non essere stati infondatamente polemici, confidando nella Vostra presenza, cogliamo l’occasione per invitarvi tutti alle manifestazione del 10 novembre a Cagliari.