Marmi colorati di epoca romana e di grande pregio, mai prima trovati a Somma Vesuviana, provenienti da stanze ancora sotterrate; materiale vulcanico attualmente oggetto di studio ed ancora un’ambiente cilindrico sulla cui epoca sono in corso verifiche, la parte esterna di una grande cisterna, un pavimento rinvenuto in profondità che potrebbe risalire al primo secolo dopo Cristo. Secondo gli archeologi c’è ancora tanto da scoprire.
Dunque gli studi sono in corso ma è stata trovata anche la statua di un adolescente che in origine poteva essere collocata in una delle nicchie accanto all’ormai famoso giovane Dioniso con pantera.
Press Tour dal 17 al 20 Dicembre: la stampa entrerà in questo mondo della Roma antica ma avremo anche l’epoca spagnola e scenderemo in chiese e cripte sotterranee.
Rosalinda Perna (Ass. ai Beni Culturali del Comune di Somma) : “Saremo anche nella chiesa sotterranea fatta costruire dal Re di Napoli Roberto D’Angiò nel 1333. Dunque chiese sotterranee e cripte con affreschi del XV secolo, ma anche i Musei delle Genti Campane sulla Montagna parete del complesso che coprì Pompei, che ci darà la possibilità di seguire sentieri naturalistici in grado di raccontarci antiche testimonianze”.
“A Somma Vesuviana per vedere, filmare, raccontare le nuove scoperte archeologiche. Entreremo nel sito romano della Villa Augustea e vedremo proprio le ultime scoperte.
Il primo dato importante che venne alla luce, durante le prime campagne di scavo, insieme ai reperti, è che la villa, a pianta esagonale, fu seppellita dall’eruzione del 472 d.C., la cosiddetta “eruzione di Pollena”; il secondo fu che la statua rinvenuta non era l’Augusto ma Dioniso, il dio Bacco dei Romani, perché portava in braccio un cucciolo di pantera, animale simbolo di questa divinità”. Lo ha annunciato Rosalinda Perna, Assessore ai Beni Culturali del Comune di Somma Vesuviana nel napoletano.
E’ la Villa dove sarebbe morto Augusto? Su questo il dibattito è ancora forte.
“Di certo le scoperte di queste settimane, che la stampa vedrà per la prima volta, testimoniano l’importanza di questo sito. Ci sarà la grande opportunità di vedere mosaici, statue, ambienti. Tuttavia, per le dimensioni – ha proseguito la Perna – per la struttura e per la preziosità dei materiali utilizzati, le colonne monolitiche sono ricavate da un unico blocco di marmo proveniente dall’Asia Minore mentre il pavimento mosaicato è composto da tessere di colore bianco, il proprietario doveva essere un personaggio facoltoso.
Le absidi, che si trovano dietro la statua di Dionisio, rappresentano ulteriori ambienti abitativi della villa e contengono ancora le decorazioni originarie. La più grande presenta un corteo di tritoni, figure mitologiche metà uomini e metà pesci, e nereidi, ovvero donne che cavalcano delfini. Accanto a una di queste è raffigurato un bambino, che si può sempre identificare con Dioniso poiché, secondo uno dei miti riconducibili alla nascita del dio, questi fu affidato a una zia che era una nereide.
La figura del Dioniso è, inoltre, legata al secondo utilizzo della villa, ovvero quello di luogo dedito alla produzione del vino.
Al di là del porticato, infatti, proprio vicino alle absidi si trova la cella vinaria con dei “dolia”, contenitori di terracotta dalla capienza di circa 1000-2000 litri, utilizzati per conservare olio o vino.
Poiché i “dolia” ritrovati sono più di trenta, si presume che la produzione vinicola della villa non fosse solo riservata all’uso domestico ma che ci fosse una vera e propria attività commerciale.
La villa, comunque, poco prima dell’eruzione del 472 d.C. era già stata abbandonata e spogliata di tutto, fatta eccezione per la statua di Dioniso che, probabilmente, era stata lasciata lì come una sorta di protezione. Ora però hanno avuto inizio nuovi sondaggi che stanno dando risultati ancora più incoraggianti, come una nuova pavimentazione, materiale vulcanico nuovo e gli archeologi stanno effettuando importanti studi anche su questi nuovi rinvenimenti che saranno oggetto del Press Tour”.
Un viaggio nelle nuove scoperte!
“Nella fase iniziale dello scavo c’era l’ipotesi che la villa romana di Somma Vesuviana fosse dell’Imperatore Augusto. Nel primo anno del nostro scavo, i colleghi vulcanologi hanno scoperto materiale vulcanico dell’eruzione del 472 d.C. a dimostrazione dunque che questa Villa è stata costruita dopo l’eruzione del 79 d.C. e dunque l’ipotesi iniziale sembrava tramontare. In questi ultimi 4 anni abbiamo invece fatto saggi più profondi, ad esempio dove non si trova il pavimento.
Abbiamo trovato elementi architettonici più antichi. L’edificio si appoggerebbe direttamente ad un muro più antico – ha affermato Satoshi Matsuyama, ricercatore dell’Università di Tokyo – e dunque siamo convinti che sotto potrebbe esserci qualcosa antecedente al 472 d.C. e dunque di più antico. Dunque quest’anno abbiamo fatto un saggio ancora più profondo proprio per andare alla ricerca di tracce antecedenti al 79 d.C. ma al momento non siamo riusciti a trovare una testimonianza chiara sull’eruzione del 79. Anche perché in profondità abbiamo trovato una pavimentazione che potrebbe risalire a quell’epoca ma non prove dell’eruzione del 79 d.C.
Inoltre lo scavo è interessante anche per vedere le tecniche di costruzione dei romani. E’ venuto alla luce un ambiente cilindrico dove abbiamo trovato molte frammenti di marmo, pertinenti a decorazioni parietali, che non avevamo mai trovato. Non era stata mai trovata tracce di stanze così ben decorate. Dunque pensiamo che potrebbero venire alla luce altre stanze ed altri edifici ancora più belli e di più ricca decorazione. Abbiamo trovato pomice piroclastica ma che stiamo ancora studiando”.
Gli esperti stanno studiando quanto è venuto alla luce.
“Abbiamo una costruzione esterna che dobbiamo studiare e il margine di una grande cisterna collegato con un impianto di cisterna ancora più antico. Sono strutture pertinenti alla villa – ha affermato Antonio De Simone, archeologo dell’Università Suor Orsola Benincasa – e che dunque danno della villa una dimensione molto più monumentale”.
E il progetto Made In Summa che andrà a valorizzare l’attività di promozione del territorio, darà la possibilità alla stampa italiana ed estera di vedere per la prima volta la parte nuova scavata di recente.
E si scenderà anche nelle cripte sotterranee poco distanti dalla Villa Romana.
Nella parte sotterranea di Somma Vesuviana, a pochi chilometri da Napoli.
“Si anche la zona periferica del paese sarà interessata dal Press Tour perché l’intento è quello di mettere in campo una valorizzazione ampia del territorio. In località Santa Maria del Pozzo, non distante dalla Villa Romana c’è un qualcosa di molto interessante che la stampa ammirerà: una chiesa sotterranea e non solo. Noi saremo lì con la stampa.
Si tratta di una chiesa è interamente interrata a causa della violenta alluvione del 1488 che innalzò il livello della strada di alcuni metri. La chiesa fu fatta costruire, nel 1333, dal re di Napoli Roberto d’Angiò – ha continuato la Perna – per ricordare il matrimonio della nipote Giovanna I, sua erede, ed Andrea d’Ungheria, figlio del re Carlo Umberto. L’incontro dei due sovrani, con figli a seguito, avvenne a Somma, nei pressi del palazzo reale della Starza. Detto edificio potrebbe non essere il più vecchio, poiché «la tradizione popolare tramanda che laddove oggi sorge la chiesa vi fosse un tempio pagano dedicato a “Giove Summano”, che, nei primi secoli dell’era cristiana, venne trasformato in una piccola cappella adibita al culto della nuova religione». In ultima analisi, potrebbe anche trattasi di un’antica cappella ipogea come ci suggerisce la botola ossario, posta a lato, nel pavimento absidale. Resti del tempio pagano potrebbero essere le due colonne monolitiche con capitelli corinzi poste a sostegno del portico della chiesa superiore, che, per la somiglianza di quelle in loco, potrebbero provenire dalla vicina Villa Augustea. E nella chiesa sotterranea vedremo affreschi del XV secolo. Dunque stiamo parlando di un monumento unico in quanto è in grado di abbracciare molteplici epoche”.
E non è finita perché da vedere ci saranno le opere del Chiostro del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo.
” E’ un sito inserito nei Siti di Interesse Nazionale del Ministero dei Beni Culturali. Stiamo parlando di un complesso ornato da affreschi, per lo più ex-voto, commissionati per grazie ricevute – ha proseguito la Perna – come testimoniano le scritte in calce. Ben conservato è quello sopra il portale d’ingresso all’ufficio, illustrante l’Immacolata Concezione attorniata da cherubini e riverita da San Giovanni Duns Scoto, a sinistra, e San Francesco d’Assisi, a destra, mentre tutti gli altri sono di difficile interpretazione, a causa dello pessimo stato di conservazione. E sono affreschi davvero unici come le Nozze di Cana. Quest’opera, recentemente restaurata, insieme all’altra, traente San Francesco stimmatizzato assistito dagli Angeli, sono di Ilarione Caristo, datate 1721. Un viaggio nella storia conoscendo la cultura di questo territorio. Saremo anche nel Museo della Civiltà Contadina che conta ben 3200 pezzi, che raccontano molto bene la tradizione contadina e l’evoluzione del territorio.
Nella Terra Murata dalla Cinta Muraria degli Aragonesi, e poi in Montagna il Castello Normanno.
“Vedremo Chiese antiche e le vedremo con il progetto di Chiesa – Museo per ammirare bene i capolavori del ‘600 napoletano e ‘700. Ci sarà un ponte con la Spagna con la visita ai vigneti dove si coltiva la Catalanesca esportata dagli Spagnoli della Catalogna – ha concluso Rosalinda Perna – entreremo nella cappella del Munaciello, ma anche negli antichi cortili dove verremo accolti in costumi tradizionali. E nel Borgo Antico del Casamale faremo un viaggio nel tempo”.
Dunque Press Tour ai piedi del Monte Somma, l’ultima parete vulcanica del complesso che coprì Pompei nel 79 d.C.