La premiere di “La vita sopra ogni cosa. Storia di un Padre Ortodosso in Sardegna”, ultimo docufilm di Karim Galici è stata una vera e propria tempesta di emozioni.
In una Sala Blu gremita, con oltre cento persone, Karim Galici, nella sua seconda opera dedicata alla numerosa e variegata diaspora russofona in Sardegna, ha saputo appassionare e commuovere il pubblico in un documentario dove narrazione e cronaca si mescolano nel racconto di un episodio che ad aprile commosse l’intera Isola. La tragica scomparsa del piccolo Antonij – figlio minore di Padre Nikolay, parroco a Cagliari della Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca e protagonista del docufilm – viene infatti raccontata all’interno del dialogo ecumenico, alla base del progetto del film.
Alla conclusione del docufilm, un forte applauso seguito da un silenzio attonito ricco di emozione e di umana solidarietà, un abbraccio collettivo per padre Nikolay per un dolore condiviso pubblicamente, trasformato in un messaggio di speranza di un uomo contemporaneamente genitore e guida spirituale della grande comunità ortodossa e slava in Sardegna, messo di fronte ad una prova terribile che può portare ad un bivio in cui si può perdere la fede o rafforzarla ulteriormente.
La premiere, presentata da Alessandra Sorcinelli, ha visto l’intervento oltre del protagonista Padre Nikolay Volskyy (Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca), del regista Karim Galici, di Nevina Satta (Direttore generale della Fondazione Sardegna Film Commission), di Padre Ioan Agape (Chiesa Ortodossa Rumena del Patriarcato di Bucarest), di Monsignor Marco Lai (Direttore della Caritas di Cagliari e Parroco di Sant’Eulalia), di Monsignor Alberto Pala (Parroco della Cattedrale di Cagliari) e di Giuseppe Carboni (Presidente dell’Associazione Cittadini del Mondo nonché Console onorario di Belarus in Sardegna).
L’evento speciale realizzato in collaborazione con Sardegna Film Commission domenica scorsa, nell’ambito del festival multidisciplinare “Novidade” presso Sa Manifattura a Cagliari, è stata la prima di una serie di proiezioni che nei prossimi mesi sono in programma a Napoli, Roma, Milano e Torino. La produzione, curata dall’Associazione Cittadini del Mondo, vuole inserire le visioni cinematografiche nell’ambito di una serie di incontri conoscitivi promossi con alcuni dei partner nazionali e sono in corso di valutazione collaborazioni televisive per raggiungere il più ampio pubblico.
Il film è prodotto dall’Associazione Cittadini del Mondo OdV con il sostegno della Fondazione di Sardegna nell’ambito di un progetto più ampio finalizzato a promuovere la conoscenza reciproca e lo scambio culturale fra diaspora russofona e comunità locale.
A proposito di “La vita sopra ogni cosa” Karim Galici dichiara: L’idea del docufilm nasce da due esigenze che si sono intrecciate nel tempo: da una parte approfondire la comunità ortodossa presente in Sardegna attraverso il dialogo ecumenico e dall’altra raccontare la tragedia umana che la loro guida spirituale ha subito nel periodo delle riprese.
Prima di girare le interviste ho preferito incontrare i protagonisti del documentario per creare un’intimità che cerco in tutti i miei lavori. L’incontro con Padre Nikolay mi ha felicemente stupito perché, appena usciti dalla chiesa dove ci siamo trovati, mi sembrava di stare con un amico che non aspettava altro che potersi aprire e raccontare di quanto la vita, grazie a Dio, gli stesse dando. Una famiglia bellissima formata da una moglie, due figli e tantissimi fedeli che riempivano le sue giornate con gioia e stupore. Lo smartphone a portata di mano per farmi vedere i piccoli Dimitri e Antonij – di 6 e 4 anni – così diversi da lui adesso – che porta una lunga barba nera – e così simili a quando invece da giovanissimo si era sposato. In quei momenti, mi sono reso subito conto di quanto il lavoro richiesto dall’associazione Cittadini del Mondo potesse travalicare gli aspetti strettamente religiosi per entrare nell’universo umano. Non avrei, però, mai immaginato di doverlo fare attraverso una tragedia.
La morte del figlio più piccolo, la settimana dopo, tragicamente annegato in una piscina a Quartu, ha sconvolto tutti, mettendo in forte dubbio la realizzazione del documentario stesso. Abbiamo deciso dopo tempo di andare avanti lo stesso, con la possibilità di rivedere il progetto iniziale per aprirci di più sulla storia di un Padre che si è dovuto fortemente interrogare sul suo ruolo e la fede. Le riprese sono diventate il veicolo per fare un viaggio interiore ed esteriore tra stati d’animo e paesaggi straordinari della nostra Isola. In particolare, una chiesetta tra le montagne di Burcei costruita da un fedele tra rovi e ginestre, è diventata una metafora di questa strada a volte fortemente in salita e piena di ostacoli.”
BREVE BIOGRAFIA DI KARIM GALICI
Regista, attore, drammaturgo e sceneggiatore italiano (Cagliari 1977). Laureato in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo all’Università di Roma Tre, Master in Management per lo Spettacolo alla Bocconi di Milano e diplomato allo Studio Internazionale dell’Attore “Permis De Conduire”.
In teatro ha collaborato con importanti compagnie internazionali, tra cui The Living Theatre e sperimenta spettacoli multidisciplinari sensoriali e immersivi da oltre vent’anni. Tra le sue ultime produzioni “Cosa Rimane?” all’interno di un grande progetto per Sa Manifattura di Cagliari, “Vita nella città” vincitore del bando MigrArti; “The Little Big Princess” che ha debuttato a Chicago nel 2018; “In a Mosaic World” vincitore del bando Progetti Innovativi per l’integrazione degli immigrati non comunitari della Regione Sardegna e “L’autarchica” che ha ricevuto il Premio Miglior Scrittura Originale al Festival Giardini Aperti – Arte e Natura 2019.
Nel cinema ha esordito nel ’99 come attore protagonista nel cortometraggio di Fabio Del Greco “L’influsso degli astri”. Con Del Greco nascerà un sodalizio artistico che lo porterà a partecipare a 2 cortometraggi e 2 film di cui l’ultimo “Slow life” prossimamente nei cinema e in esclusiva sul canale in streaming indiecinema.
Come regista la sua opera prima è “Grado Zero” (2000) che è stato finalista dei più importanti festival di cortometraggi italiani. “Dall’Est con Amore. Quattro storie di vita e integrazione”, e “La vita sopra ogni cosa” prodotti da Cittadini del Mondo Onlus, sono i suoi ultimi documentari.