Capone, intervistato nella redazione di Palermo dell’agenzia, ha parlato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, definendolo “una sorta di grande Piano Marshall per il rilancio del nostro paese: 220 miliardi, 25 miliardi per la Sicilia, 82 miliardi per il sud. Sono cifre importanti che hanno però delle indicazioni da seguire – ha sottolineato -: sono soldi che in buona parte dovremo restituire e quindi dovremo spenderli bene, e devono essere spesi con una capacità di redditività molto alta.
Servono interventi sul patrimonio scolastico, sul patrimonio sanitario, interventi infrastrutturali per tutto in sud, anche il ponte di Messina per collegare Sicilia e Calabria, ad esempio, può essere realizzato con una parte di queste risorse. Va fatto un lavoro importante e il sindacato deve controllare affinché queste risorse vengano utilizzate in un piano organico”. “Noi abbiamo chiesto al Governo – ha spiegato Capone – un tavolo permanente di confronto sul Pnrr per avere un monitoraggio costante da parte degli attori sociali del paese, non soltanto i sindacati ma anche le associazioni datoriali, il terzo settore e tutti quelli che vengono coinvolti”.
Oltre al Pnrr, tra i temi d’attualità c’è la legge di bilancio. Per il leader dell’Ugl si tratta di una “manovra un po’ tardiva, che probabilmente avrà un passaggio in Parlamento troppo rapido. L’emergenza sta diventando un pò la scusa per fare provvedimenti sempre un pò esageratamente direttivi, senza troppo confronto. Avremmo voluto qualche sforzo in più sulle fasce basse di reddito, ma già il fatto che due aliquote Irpef vengano eliminate è un intervento che va nella giusta direzione. Complessivamente – ha aggiunto Capone – gli 8 miliardi di sgravi immaginiamo che possano anche comportare un taglio importante al cuneo fiscale. Sarebbe importante fare recuperare risorse al lavoratore perché oggi serve far ripartire i consumi immediatamente, con una grossa dose di fiducia”.
“Nel periodo della pandemia – ha ricordato il segretario generale dell’Ugl -, tutti coloro che hanno avuto la possibilità di avere un reddito certo hanno prodotto un risparmio totale di 200 miliardi. Sono risorse che non sono entrate nel mercato del consumo e non hanno fatto muovere l’economia. Se noi dessimo fiducia anche attraverso qualche strumento di vantaggio fiscale probabilmente anche
queste risorse tornerebbero in circolo, dando uno spunto per la ripartenza”.
Infine, sullo sciopero generale del 16 dicembre indetto da Cgil e Uil, Capone ha spiegato: “Il governo fa il suo mestiere e le parti sociali fanno il loro segnalando le criticità e suggerendo eventuali soluzioni ma non si possono sostituire alla politica. L’impressione è che quello della Cgil e della Uil sia uno strumento non di lotta sindacale ma politica. Su questa partita noi non ci stiamo assolutamente”.
(ITALPRESS).