La consigliera Manca sull’ex cementificio
“Se le vie d’ingresso di una qualsiasi città ne rappresentano il biglietto da visita, o la vetrina che porta a svelare parte delle sue bellezze, nel caso di Sassari possiamo affermare che la sua, purtroppo, sia una vetrina impolverata e in stato di totale abbandono. Mi riferisco allo stato in cui versa l’imponente stabilimento dell’ex cementificio di Scala di Giocca alle porte di Sassari, nel primo tratto di SS 131 che porta a Cagliari. Questo stabilimento, chiuso da anni, è oggi il più importante monumento di archeologia industriale della Sardegna, riconoscibile a lunga distanza grazie alle sue tre ciminiere che si stagliano nella valle. Costruito nel 1956 e inaugurato l’anno dopo, il cementificio copre un’area totale di 80 mila metri quadrati.Ad oggi si è trasformato in una cattedrale nel deserto. Un triste e indecoroso destino per un complesso di edifici in cui tra gli anni ’60 e ’70 lavoravano oltre mille operai, impegnati a far funzionare i grandi forni che fornivano tutto il cemento necessario all’edilizia sassarese”.
La proposta della consigliera Desirè Manca
“Data l’importanza storico – culturale di quest’area, credo che la Regione debba impegnarsi affinché questo patrimonio, capace di dare lustro al territorio, non venga perso, attraverso un serio e valido progetto di riqualificazione della zona capace di renderla nuovamente fruibile a cittadini e visitatori, come la realizzazione di un museo dedicato all’archeologia industriale del Nord Sardegna“.
Questa la proposta avanzata dalla consigliera regionale del M5s Desirè Manca, prima firmataria di una mozione che impegna il Presidente Solinas e le Giunta a lavorare ad un progetto di riqualificazione dell’ex cementificio attualmente in stato di abbandono.
Le parole della consigliera sulla cementificio
“Sul futuro dell’area si è più volte provato a ragionare, ma ogni progetto di riutilizzo e riqualificazione della stessa si è sempre arenato. È indubbio che la necessità di bonifica dell’area su cui insiste il cementificio è particolarmente sentita da oltre dieci anni e nessuna motivazione, oltre i costi notevoli di recupero, impedisce la sua trasformazione. Per questo è giunto il momento che sia la Regione ad intervenire per far sì che la più importante vetrina alle porte di Sassari ritorni a splendere: la realizzazione di un museo consentirebbe di dare un riconoscimento alla zona che sia coerente con il suo valore storico e consentirebbe inoltre di dare un fattivo contributo al tessuto economico locale”.