“Il Governo vuole fare in modo che le persone con disabilità abbiano servizi efficienti, spazi pubblici ospitali, un’assistenza adeguata ai loro bisogni. Dobbiamo accogliere la loro legittima aspettativa di vivere pienamente la propria vita, i propri sogni, le proprie speranze – ha sottolineato -. E dobbiamo accompagnare le loro famiglie in questo percorso, perché sia il più semplice e condiviso possibile. Perché i diritti e le aspirazioni di tutti i cittadini abbiano uguale valore e uguale dignità”.
Il premier ha rassicurato circa alcune notizie sulla sottrazione di 200 milioni al fondo per la disabilità: “non è così, la somma rimane e non c’è da preoccuparsi, se è necessario si farà di più perché a volontà del governo è molto chiara su questo punto”. Draghi ha poi ricordato come secondo le più recenti stime dell’Istat, le persone con disabilità in Italia sono più di tre milioni. “Questo numero, per quanto significativo, non rappresenta l’unicità di ogni vita. Ogni disabilità è diversa e ha bisogno di un sostegno specifico. Soprattutto – ogni persona è diversa, e ha il diritto di seguire le proprie aspirazioni.
L’assistenza deve tenere conto dell’individualità. Dobbiamo accompagnare le persone con disabilità nell’elaborazione di progetti di vita personalizzati e indipendenti. La pandemia – ha evidenziato – ha reso ancora più urgente agire in questo senso. La crisi sanitaria ha acuito le debolezze del sistema di sostegno per le persone non autosufficienti. Le restrizioni sono state necessarie per frenare il contagio, a beneficio soprattutto dei più vulnerabili. Ma hanno reso più difficile mettere in atto politiche di inclusione, in particolare in ambito scolastico.
Dei 281 mila studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane, quasi uno su quattro non ha potuto partecipare alla didattica a distanza nei primi mesi della pandemia. Una perdita enorme – per gli studenti, per le famiglie, per la società. Nonostante le difficoltà, il Governo si è mosso con determinazione per aiutare le persone con disabilità durante l’emergenza. Nelle scuole – dove, a partire da marzo, gli studenti con disabilità sono potuti tornare in presenza anche in zona rossa, in anticipo rispetto a molti loro compagni. E negli ospedali – dove i pazienti con disabilità hanno potuto fare affidamento sui loro accompagnatori, nonostante le restrizioni all’accesso”.
(ITALPRESS).