«In questo periodo ci siamo trovati impossibilitati a far valere le nostre ragioni e ad avanzare le nostre proposte: di fatto si sta impedendo che si concretizzi la scelta democratica della compagine studentesca». Sono queste le parole di Francesco Stochino, rappresentante degli studenti universitari per la lista “Reset UniCa“, in merito al commissariamento dell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario. «È passato un anno da quando si sono svolte le elezioni universitarie di studenti e docenti, che hanno scelto due persone per rappresentare le loro istanze all’interno dell’ERSU, ma nonostante questo il Consiglio Regionale non ci ha ancora concesso di insediarci nel Consiglio d’Amministrazione».
«Abbiamo denunciato a più riprese la precarietà delle strutture delle Case dello Studente, spesso soggette a crolli o allagamenti, così come l’insufficienza dei posti nelle Mense che causa file interminabili, particolarmente disagevoli durante le giornate di pioggia. Ancora, la totale assenza di strumenti per sopperire alle linee internet scadenti nei paesi dell’entroterra e le scelte discutibili in merito alle strategie per affrontare la pandemia. Le rassicurazioni che abbiamo ricevuto in questi mesi si sono rivelate inconsistenti».
«L’ultimo di questi problemi — prosegue Stochino — sta emergendo in questi giorni: gli iscritti al primo anno riceveranno solo il 35% della borsa di studio anziché il 50% come è sempre avvenuto. Ci stanno arrivando numerose segnalazioni da parte dei fuorisede che si troveranno in difficoltà a pagare l’affitto, il materiale didattico o gli strumenti per i tirocini e i laboratori. Non è pensabile che in nome del risparmio si provochi l’esodo degli studenti meritevoli privi di mezzi, che rischiano di sentirsi costretti ad abbandonare gli studi e a non iscriversi l’anno prossimo».
«Non riusciamo a capire perché il CdA dell’ERSU di Sassari sia ad oggi pienamente operativo mentre a Cagliari tutto tace. È imperativo che i fallimenti che derivano dalla presenza di un commissario unico non diventino la normalità. Di fronte alle difficoltà delle famiglie e nell’incertezza del futuro, l’insensibilità di una Politica che pensa solo a far sopravvivere la burocrazia e alle beghe partitiche senza curarsi delle primarie necessità degli studenti è intollerabile».
Rincara la dose Francesco Piseddu, presidente di Reset UniCa: «Siamo pronti a mobilitarci per riportare nuovamente in piazza gli studenti, coinvolgendo anche i docenti. L’Università deve prendere una posizione netta sulla questione, riconoscendo le evidenti mancanze al pieno compimento del diritto allo studio universitario. Vogliamo che venga superata la totale indifferenza delle istituzioni e che il nostro rappresentante eletto possa finalmente cominciare a svolgere le sue mansioni».