In linea con l’edizione precedente, il Focus definisce un’indagine conoscitiva circa l’analisi degli effetti sul sistema imprenditoriale di periodi alternati di chiusura e apertura di numerose attività ritenute non essenziali, confrontando le diverse risposte dell’economia locale rispetto ad altri territori regionali e nazionali. Rispetto alle imprese.
Sul fronte dell’import export: la reazione dell’interscambio commerciale per quantificare l’atteso rimbalzo tecnico degli acquisti e delle vendite nei mercati esteri determinato dall’allentamento delle limitazioni dei movimenti verso altre nazioni.
Nella sezione dedicata al turismo, l’azione è stata quella di inquadrare il nuovo movimento turistico regionale, dopo un 2020 in lockdown, attraverso i flussi di arrivi e partenze nei porti e aeroporti della Sardegna.
Sotto il profilo occupazionale l’analisi ha riservato particolare attenzione alle assunzioni con confronti territoriali e temporali.
“Questa analisi rappresenta il territorio, dimostrando una buona capacità di tenuta- spiega il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Stefano Visconti- ed è importante in termini, non solo di resilienza, come esprime il dato, ma anche e quello che conta di più, di prospettiva. I margini di crescita ci sono ma non dobbiamo dimenticare che è necessario tenere ancora anche in questo periodo che presenta numerose incognite. Per un sistema imprenditoriale che sta dimostrando di avere anticorpi importanti riuscendo a fronteggiare un passaggio complicato.”
IMPRESE
Le realtà camerali della Sardegna, fanno registrare variazione demografica di imprese nettamente positivo, con il nord Sardegna che supera la crescita del 2% dal 1° gennaio al 30 settembre 2021.
Nei primi 9 mesi del 2021 si confermano le buone performance dei settori delle costruzioni, del turismo e dei servizi. In decrescita invece il comparto industriale e il commercio.
Sono le attività al dettaglio le più colpite dall’emorragia di imprese. Nei 9 mesi mancano all’appello 209 attività di retail, perdita superiore alle 201 unità in meno complessive del comparto, principalmente legate al commercio ambulante (-178 unità, una perdita in termini percentuale del 2,8%) e agli esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande.
Nei servizi, in ambito isolano oltre alle attività immobiliari (+147 imprese), si segnala una buona crescita dei «attività professionali e scientifiche» (+112 unità, pari a un’espansione del 3,5%).La dinamica positiva del numero delle imprese è da ascrivere principalmente alle crescenti istituzioni di «Società di Capitale» (da inizio anno 1.210 imprese in più, una crescita del 4,7%).
Il territorio di competenza della Camera di Commercio di Sassari ospita, a fine settembre 2021, il 32% delle imprese attive regionali. E durante il 2021 si registra una forte accelerazione sia in termini di demografia di imprese che di contributo del territorio alla creazione di nuove attività imprenditoriali.
Otre la metà del saldo regionale tra le nuove iscrizioni e le imprese cancellate è generata nel Sassarese, merito di un terzo trimestre del 2021 che indica per il nord Sardegna il miglior tasso di crescita a livello nazionale.
Restano nel nord Sardegna, il trimestre luglio-settembre ha visto una risalta rispettoagli addetti registrata nei due trimestri precedenti. Dall’inizio del 2021 questi sono passati da 121.182 a un preoccupante 112.953 addetti a fine giugno (-8.229). A settembre la crescita si è dimostrata sensibileraggiungendo quota 121 mila unità.
A nord sono 46. 338 le imprese attive a fine settembre 2021, in crescita di 504 unità da inizio anno (+1,10%) e di 207 rispetto a fine giugno (+0,45%). In Sardegna sono 145.192.
Nei primi 9 mesi il commercio ha sofferto e non poco.Investite quasi totalmente alle attività di vendita al dettaglio, in particolare al commercio ambulante (54 imprese in meno da inizio anno, una flessione del 3,7%). Frenano la crisi del comparto le attività di e-commerce (evidente effetto del COVID-19), che crescono del 39% passando da 100 imprese iscritte a inizio 2021 a 140 unità produttive. Altro effetto tangibile della pandemia si riscontra nell’espansione delle attività legate alla consulenza gestionale delle imprese, queste ultime costrette a ridefinire la propria struttura organizzativa e i processi produttivi.
Buoni segnali dai segmenti che si legano al comparto turistico, quello dell’alloggio (+41 imprese, in crescita del 6,1%) e della ristorazione (+68 unità, con una crescita dell’1,7%).
Import-export
Le esportazioni del nord Sardegna, nel periodo gennaio-settembre 2021, si rianimano risalendo a 140 milioni di euro. Il dato è leggermente inferiore a quello del 2019 ma nettamente superiore a quello dell’ultimo anno. Il confronto con i primi 9 mesi del 2020 mostra un incremento di valore superiore a 35 milioni di euro, che in termini percentuali si traducono in circa il 30% in più. Il minor dinamismo delle importazioni ha permesso di generare una bilancia commerciale che, seppur sempre negativa, torna al di sotto dei 130 milioni di euro.
Danno un più che consistente contributo alle vendite nei primi nove mesi del 2021, perlopiù i prodotti delle industrie lattiero casearie che crescono di circa 27 milioni di euro (+78%) rispetto al 2020 e di 20 milioni di euro (+47%) rispetto al 2019. Buona la performance dei prodotti chimici di base che tornano quasi perfettamente ai valori prepandemici. Resta negativo il periodo per i prodotti in legno e sughero, crisi che caratterizza il settore da diversi anni e che va ben oltre gli effetti della pandemia.
Turismo
Sono oltre 7,9 milioni i passeggeri che sono transitati nei porti e aeroporti sardi tra gennaio e settembre 2021. I dati rilasciati dalla Regione Sardegna, seppur ancora provvisori, mostrano una aspettata crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 ma rimangono ancora molto distanti da quanto registrato nel 2019. Il confronto tra i primi 9 mesi del 2021 con quelli dell’anno precedente al covid indica una flessione superiore al 35% sia per gli arrivi che per le partenze.
Con particolare riferimento al numero degli arrivi rispetto al 2019 è evidente una perdita superiore negli aeroporti – oltre 1,5 milioni di passeggeri in meno, con una frenata di circa 40 punti percentuali – rispetto a quella registrata nei porti.
Un 2021 che parte male, con i primi mesi fortemente penalizzati dalla cosiddetta «terza ondata» della pandemia che limita gli spostamenti nazionali e prosegue fino a maggio con una quasi totale assenza di movimenti turistici. Le accelerazioni nei mesi di luglio e agosto non riescono, tuttavia, a recuperare i livelli pre-covid.
Occupazione
Le assunzioni del primo trimestre del 2021 sono state tra le meno numerose degli ultimi anni. L’influenza della terza ondata del covid ha frenato le nuove attivazioni, riducendo il numero dei contratti del 10% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 15% se confrontato con il 2019. L’avvicinarsi della stagione estiva e le prime prenotazioni nelle strutture ricettive hanno favorito il mercato del lavoro, facendo registrare nel periodo da giugno a settembre oltre 130 mila assunzioni, quota non raggiunta nei 2 anni precedenti. La flessione del mese di agosto, caratteristica fisiologica del periodo, risulta meno accentuata rispetto allo stesso mese del 2019.
Nel comparto turistico, dove si concentrano oltre un quarto delle assunzioni totali, si registra una riduzione rispetto al 2019 che comunque fa ben sperare per le sorti della stagione estiva considerando che la perdita è da ascrivere esclusivamente ai primi 5 mesi dell’anno. Le buone notizie arrivano dal settore delle costruzioni che, oltre a essere l’unico macro-settore che cresce sia rispetto al 2019 che al 2020, presenta una forte incidenza di contratti a tempo indeterminato. Questa tipologia contrattuale, nel mondo dell’edilizia, è presente nel 25% delle assunzioni, quota nettamente superiore alla media del 9% che si può cogliere a livello complessivo.
La ripresa ed espansione nel 2021 rispetto al 2020 ha caratterizzato tutti i territori amministrativi regionali. Un rimbalzo che però non ha consentito a nessuna provincia di colmare il crollo di assunzioni perse durante il 2020. Il maggior numero di nuovi contratti si contano nel nord dell’Isola, territorio che cresce di circa 20 punti percentuali rispetto ai primi 9 mesi dell’anno precedente, grazie alla forte ripresa delle attività legate al periodo estivo.