Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della commemorazione dell’uccisione dell’imprenditore Vincenzo Medici avvenuta 32 anni fa, intende ribadire quanto espresso dalla lettera scritta dai bambini della scuola media di Bianco (Reggio Calabria), nella quale veniva esplicitamente richiesto ai boss della ‘ndrangheta la restituzione del corpo della vittima in modo da poter permettere una degna sepoltura, dal momento che i resti non furono mai ritrovati.
Vincenzo Medici, persona onesta e rispettata, faceva l’imprenditore florovivaistico a Bianco; fu sequestrato la notte del 21 dicembre 1989 e non ritornò mai a casa.
I bambini hanno centrato nel 2018 un aspetto determinante per la civiltà umana: la tumulazione dei resti umani ha contrassegnato il passaggio dalla ferinità dell’uomo alle sue forme più evolute. Negare un simile atto pietoso e religioso costituisce un’offesa all’umanità intera.
“La sepoltura è un diritto umano e, per questo, la famiglia deve avere la possibilità di poter pregare sulla tomba del proprio caro” (lettera dei bambini di Bianco, 2018).
In un territorio difficile come quello reggino occorre promuovere azioni improntate al ricordo e alla mobilitazione emotiva, e non solo, dei giovani: la memoria costituisca il punto di partenza e di arrivo per una nuova coscienza dei propri doveri e diritti di cittadini.
#PietàeVeritàperVincenzo
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU