Quando è l’istinto e la curiosità che ti spinge a conoscere una persona, per annoverarne le peculiarità e i colori della sua anima, quelli che compaiono attraverso i suoi scritti, il suo modo d’affrontare la vita e le pertinenti difficoltà: realizzi quella sinergia trasversale, ornata di percezioni che possono essere avvolte dalle immagini e genuinamente dai suoi pensieri.
Con Mariazzurra Lai è così, unicamente perché la sua Persona ha fornito le chiavi per schiudere le porte del cuore, attraverso la Poesia, quella eccelsa evidenziata in nero su bianco nella raccolta “Tra il dire e il fare” (edizioni Amicolibro). Vivendo a un migliaio di chilometri di distanza, ero smanioso d’abbracciare cosa si celasse dietro quest’animo gentile e per certi versi ribelle ai preconcetti esistenziali dei più.
Ho dato del tu al suo libro, in una sorta di dialogo onirico con le sue pagine, appena questo ha varcato la soglia di casa. E ho letto questi poemi che enunciano del suo essere speciale. Ho colto tale occulto anfratto nello scorrere leggero dei suoi versi. Una giovane dei tempi moderni che ha raccontato pagina dopo pagina la sua indole primordiale di donna, con annesse le sensazioni acute e gli impulsi nobili che la contraddistinguono.
In fondo scrivere poesia è dare creatività e tonalità al proprio ingegno che scorge energia nell’ambito in cui va ad introdursi. Un’elasticità intellettuale che trascende nell’armonia del proprio cuore, che pulsa repentino, nel lasciarsi avviluppare dalla prosa più recondita e sovente intimistica.
Per farlo, mi sono lasciato anche attorniare dall’intervista di qualche tempo fa che la sua editrice, Carmen Salis, le aveva dedicato.
“La poesia è magia – dice Mariazzurra – e ci permette di metterci in contatto con la nostra intimità. Chi scrive ha sempre bisogno di doversi leggere. Quando impugniamo carta e penna, restituiamo voce all’anima, è accresciamo la consapevolezza dell’io che svariate volte lasciamo affondare sotto il peso delle mille cose che appesantiscono le nostre giornate.”
E Mariazzurra concedendo potere al proprio animo, produce arte. Una modalità espressiva che non tutti si possono permettere. Lei lo fa realmente dando luce suffusa al suo orizzonte, plasmando calore e colore accanto agli intrecci verbali che posseggono oramai memoria storica nel suo inchiostro indelebile del libro.
Inchiostro nero, sangue rosso come simbolo di passionalità: una mescolanza di tonalità che aleggiano nell’aria, nella silenziosità pragmatica intervallata solo dal fruscio che il voltare delle pagine genera.
Il nero è la concretezza dello scrivere. Il rosso palpitante del cuore è quanto riesce a trasmettere.
Il linguaggio della mente oltrepassa i confini ed accede in un mondo equidistante da quello che si vive nel quotidiano. Qui è tutto affusolato, i lemmi si susseguono vigorosi fra irrazionalità e logica.
La poesia di Mariazzurra prorompe in questo cosmo e tratteggia un universo luccicante dove le emozioni, le sensazioni, i sogni, le speranze, gli ideali, le passioni, i desideri, le aspettative, le intuizioni, le gioie e i dolori prendono vita.
“Per me la poesia – evidenzia l’autrice – è la concordanza fra il mondo che vive dentro di me e ciò che mi circonda, perché nasce dal mio animo. Ho avvertito la necessità di esprimere i miei sentimenti per immergermi in me stessa e imparare a conoscermi, fra le righe. Un combo ritmato e rimato di bisogni e desideri.
Impugnando la penna, ogni lettera fluisce leggiadra dalla punta del mio cuore e non dimentico niente. Riflessione, immaginazione e compagnia. Tutto vive attraverso i versi e diversamente non si perde. Io inciampo soprattutto su ciò che sento e le parole possono essere tante o poche ma tutte hanno lo stresso obiettivo, ovvero quello di liberarmi e di volare oltre l’altrove dei miei sensi più intimi.
La poesia per me è come la curva vertiginosa di un sorriso, un balsamo aromatizzato all’incenso nel cuore, un bacio sullo stomaco, un caffè amaro. In questo modo le mie memorie non si sbiadiscono e continuano a vivere in una nuova forma dettata dall’anima”
Lo schema della poesia di Mariazzurra Lai frantuma i modelli canonici, quelli ritenuti dai vati, invalicabili ed imprescindibili, perfezionando e personalizzando la prosa a sua somiglianza con una sensibilità degna della sua individualità a tratti innovativa nel modo di porsi.
Ed è per questo che diviene esclusiva con idiomi a sua conformità. Sempre e comunque. Mariazzurra ha coltivato con fantasia il suo microcosmo in prosa.
“Abbiamo bisogno di ‘essere’ per ‘avere’. Essere consapevoli di aver una ragione e una regione nell’anima, una geografia esistenziale, una clessidra senza tempo e coltivare l’appartenenza a qualcosa, qualcuno e in primis a noi stessi.
Poiché per me Poesia è Amore e l’Amore non ha spiegazioni ma di fatto spiega tutto e schiude ogni credenza limitante. Direi quindi metaforicamente ma anche no, che sull’ottovolante poetico inviterei a salire tutti gli esseri viventi della terra. Talvolta questo mondo non ci appartiene ma noi apparteniamo a esso e la poesia in questo, supporta e sopporta tante sbavature.”
Massimiliano Perlato