“A Cipro, come a Lesbo – sottolinea -, ho potuto guardare negli occhi questa sofferenza: per favore, guardiamo negli occhi gli scartati che incontriamo, lasciamoci provocare dai visi dei bambini, figli di migranti disperati. Lasciamoci scavare dentro dalla loro sofferenza per reagire alla nostra indifferenza; guardiamo i loro volti, per risvegliarci dal sonno dell’abitudine!”.
“Penso poi con gratitudine alla Grecia – aggiunge -. Anche lì ho ricevuto un’accoglienza fraterna. Ad Atene ho sentito di essere immerso nella grandezza della storia, in quella memoria dell’Europa: umanesimo, democrazia, sapienza, fede. Anche lì ho provato la mistica dell’insieme: nell’incontro con i fratelli Vescovi e la comunità cattolica, nella Messa festosa, celebrata nel giorno del Signore, e poi con i giovani, venuti da tante parti, alcuni da molto lontano per vivere e condividere la gioia del Vangelo”.
“E ancora – prosegue Papa Francesco -, ho vissuto il dono di abbracciare il caro Arcivescovo ortodosso Ieronymos: prima mi ha accolto a casa sua e il giorno seguente è venuto a trovarmi. Custodisco nel cuore questa fraternità. Affido alla Santa Madre di Dio i tanti semi di incontro e di speranza che il Signore ha sparso in questo pellegrinaggio. Vi chiedo di continuare a pregare perché germoglino nella pazienza e fioriscano nella fiducia”.
(ITALPRESS).