Anche a livello internazionale, ha osservato il Pontefice, “c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo”. Nel suo messaggio, rivolto prima della recita mariana dell’Angelus e di impartire la Benedizione urbi et Orbi, il Papa ricorda il dramma di terre martoriate e quello di guerre dimenticate. Il Santo Padre ha ricordato le donne colpite dalla piaga della violenza, i bambini vittime di abusi, gli anziani soli.
Per loro e per l’unità delle famiglie, il Papa ha chiesto il conforto del Figlio di Dio. “Figlio di Dio, conforta le vittime della violenza nei confronti delle donne che dilaga in questo tempo di pandemia. Offri speranza ai bambini e agli adolescenti fatti oggetto di bullismo e di abusi. Dà consolazione e affetto agli anziani, soprattutto a quelli più soli. Dona serenità e unità alle famiglie, luogo primario dell’educazione e base del tessuto sociale”.
Nella parte conclusiva del messaggio natalizio, il Pontefice ha indicato i sentieri da seguire. Sono tante, afferma, “le difficoltà del nostro tempo”, ma più forte “è la speranza, perché un bambino è nato per noi” . “Lui è la Parola di Dio e si è fatto in-fante, capace solo di vagire e bisognoso di tutto”. “Ha voluto imparare a parlare, come ogni bambino, perché noi imparassimo ad ascoltare Dio, nostro Padre, ad ascoltarci tra noi e a dialogare come fratelli e sorelle”. O Cristo, nato per noi – conclude il Papa – insegnaci a camminare con Te sui sentieri della pace”.
(ITALPRESS).