«Pur apprezzando un’apertura da parte dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano verso le richieste degli animalisti e dei cittadini di non abbattere i mufloni, come previsto dal progetto Life LetsGoGiglio, non possiamo ritenerci soddisfatti dell’accordo che l’Ente Parco ha stipulato con due sole associazioni, per altro dietro porte chiuse».
Questa la presa di posizione dell’associazione Vitadacani, del Comitato Save Giglio, della Rete dei Santuari di animali liberi e del ricercatore e attivista Kim Bizzarri, che fin dal gennaio scorso avevano reso pubblica l’intenzione del Parco di uccidere l’ultimo piccolo gruppo di animali ancora presente sull’isola e proposto all’ente soluzioni alternative non cruente.
«Visto l’impegno contrattuale preso dall’Ente Parco nei confronti delle istituzioni che hanno erogato i fondi del progetto Life (Ministero per la Transizione Ecologica e Commissione Europea), ossia di garantire l’eradicazione completa dei mufloni dall’isola del Giglio entro la fine del 2023, ci interroghiamo sulla veridicità delle dichiarazioni rilasciate relative ad aver messo in salvo i mufloni del Giglio», proseguono le associazioni».L’accordo parla infatti di sospensione degli abbattimenti, e non di revoca. «Inoltre nel documento – aggiungono – l’Ente Parco non offre nessuna garanzia che tutti i mufloni verranno salvati e non si parla neppure dei metodi che verranno utilizzati per le catture, dato che i lacci utilizzati fino a oggi non rappresentano un metodo idoneo in quanto possono arrecare grave danno e sofferenza agli animali.
Per quanto se ne dica, nel documento l’Ente Parco offre semplicemente un “impegno” a “intensificare le catture” e a “traslocare gli animali che catturerà”. L’accordo dunque è di natura qualitativa e non quantitativa, ossia non è chiaro quanti mufloni verranno salvati prima che riprendano gli abbattimenti».
«Il Parco non definisce infatti un numero minimo di animali che verranno salvati», commenta Sara d’Angelo dell’associazione VitadaCani. «Cosa ne sarà dei mufloni che non verranno catturati? Di questo nessuno parla ma per noi è chiaro che nemmeno un muflone deve essere abbattuto e questo, purtroppo, l’accordo proposto dal parco non lo garantisce», aggiunge la presidente dell’associazione.
«Seppur povero nei contenuti», commenta Kim Bizzarri, il ricercatore e attivista coinvolto nella campagna per salvare i mufloni, «l’accordo rappresenta un importante passo in avanti poiché, contrariamente a ciò che l’Ente Parco ha dichiarato nel progetto Life LetsGoGiglio [p.46 Progetto Life LetsGoGiglio, LIFE18NAT/IT/000828-B5], la cattura e la traslocazione sono opzioni possibili e attuabili. Questo suggerisce dunque che varianti in corso d’opera sono possibili».
«Ci impegneremo affinché le finalità del progetto vengano riviste con l’obiettivo di lasciare i mufloni sull’isola», commenta Cesare Scarfò del comitato cittadino dell’isola del Giglio, Save Giglio. «Anziché eradicare il muflone l’obiettivo del progetto potrebbe diventare la gestione di questo bellissimo animale che da quasi 70 anni convive con noi ed è divenuto parte integrante del paesaggio, della nostra storia e del folklore locale», conclude Scarfò.
Un’opzione che i cittadini e gli animalisti stanno infatti esplorando, con l’aiuto di esperti del settore, consiste nel ripristino di una riserva dedicata al muflone con finalità anche educative e mirate al turismo sostenibile.
Vitadacani
Save Giglio
Rete dei Santuari di animali liberi