Presentata un’interrogazione da Desirè Manca (M5S) che richiede un adeguamento delle soglie previste per l’emissione dei rimborsi spettanti ai pazienti oncologici, costretti a spostarsi al fine di ricevere cure adeguate.
“Sono tanti, purtroppo, i pazienti oncologici sardi che devono spostarsi dal proprio Comune di residenza per sottoporsi alle cure chemioterapiche. E talvolta questi viaggi non si concludono in giornata, poiché si rende necessario pernottare nelle vicinanze dell’ospedale di riferimento. Le spese affrontate dai pazienti vengono loro rimborsate dalla Regione Sardegna, ma purtroppo, come legittimamente denunciano i malati, i limiti di reddito per poter accedere ai contributi regionali pare non siano mai stati adeguati al costo della vita da circa trent’anni“.
“La legge regionale di riferimento, la n. 27 del 25 novembre 1983, dopo aver subito una prima modifica tramite la legge finanziaria del 1992 sarebbe rimasta invariata”, spiega Desirè Manca (M5s). “Quindi, se circa trent’anni fa il reddito netto annuo per poter presentare richiesta di rimborso è stato fissato in 65 milioni di lire, attualmente il reddito netto del richiedente, coniugato o non coniugato, non deve essere superiore a 33.500 euro circa. Ciò nonostante sia previsto che questi importi possanno essere rideterminati annualmente con la legge finanziaria”.
L’interrogazione
Questa la denuncia della consigliera regionale Desirè Manca (M5s) che ha presentato un’interrogazione per chiedere al Presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Nieddu come intendano intervenire per permettere ai pazienti oncologici sardi di usufruire di rimborsi spese economicamente adeguati al costo della vita.
“Per l’erogazione di tali benefici non sono stati stabiliti parametri ISEE e il limite del reddito per il rimborso spese per i pazienti oncologici risulta obsoleto e superato. Ritengo – conclude la consigliera – sia necessario rivalutare con la massima urgenza i limiti di reddito e adeguarli al costo della vita, specialmente in questo periodo in cui, a causa della grave crisi economica mondiale legata alla pandemia, i costi dell’energia, delle materie prime e dei servizi sono diventati insostenibili per tantissime famiglie sarde”.