Sensibilizzare gli operatori sanitari e le famiglie alla cultura della donazione, anche in considerazione del calo degli espianti che si è registrato in epoca Covid.
Questo il tema portante del convegno che si è svolto sabato 4 dicembre all’Hotel Grazia Deledda di Sassari, organizzato dall’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Sassari e intitolato “Il percorso che conduce dalla donazione al trapianto d’organo”.
Moderato da Antonio Demurtas l’evento formativo si è svolto sia in presenza che on line, e da remoto che il presidente dell’Ordine, Nicola Addis ha salutato la platea e dato il via ai lavori che sono proseguiti per tutta la giornata con importanti relazioni su tutti gli aspetti legati ai trapianti, fin dall’identificazione del potenziale donatore.
A sottolineare l’importanza della donazione la dottoressa Paola Murgia, coordinatrice della sezione donazione organi dell’Aou:
” Il trapianto – ha detto Murgia – è l’unica chance terapeutica per molti pazienti e le liste d’attesa superano le donazioni e questo comporta la morte di molte persone”. In tempi di pandemia le sale operatorie sono state impegnate nelle crisi respiratorie causate dal Covid 19 e questo ha comportato un calo sensibile delle donazioni. “Anche l’allontanamento dei familiari dagli ospedali per evitare i pericoli di contagio – ha proseguito la Murgia – hanno interrotto il dialogo diretto dei medici con i congiunti, aumentando così il diniego all’espianto. Fortunatamente – ha concluso la responsabile dei trapianti dell’Aou – i dati nell’ultimo periodo sulla donazione stanno già migliorando”.
Nel corso dei lavori è stato evidenziato da Antonio Demurtas, oltre 300 autorizzazioni agli espinati nel corso della sua lunga carriera, che nessun report mondiale ha mai registrato un risveglio da una morte cerebrale, condizione indispensabile perché si possa autorizzare un espianto, è che non ci sia il benchè minimo dubbio di segno vitale.